Gentile ragazza di 20 anni, voglio metterti in guardia: non prenderti carico del tuo ragazzo come se fosse un tuo paziente e tu la psicologa che lo deve aiutare. Capisco benissimo la spinta che hai e il desiderio di aiutarlo, ma non cadere in questa trappola o ne uscirai molto male anche tu. Anche se tu avessi le mie conoscenze, e fossi stata addestrata alla psicoterapia per anni, non potresti fare assolutamente nulla per le seguenti ragioni concrete: 1) non sei la sua psicologa, e lui non ti riconosce in quel ruolo 2) non hai l'autorità per dirgli cosa deve fare, perciò non ti darà retta 3) sei troppo coinvolta emotivamente, e qualunque cosa accada, ti fai male.
Metto subito le mani avanti, me ne rendo conto, perchè sento che sei un po' troppo invischiata. L'unica cosa che puoi fare è parlargli, dirgli che sei preoccupata per lui, e suggerirgli di fare un colloquio con un professionista per stare meglio. Se il tuo ragazzo rifiuta e non ne vuole sapere, fattene una ragione: una psicoterapia dove il paziente va perchè qualcuno l'ha costretto è una terapia destinata a fallire al 100%, perchè (tra l'altro) il paziente brucia gli appuntamenti. Il tuo ragazzo non è un pacco postale che prendi e spedisci da qualcuno che lo sistemi con le chiavi inglesi, deve essere motivato, e deve desiderare lui stesso la terapia, che richiede impegno, costanza e pazienza. Ciò che ti rimane da fare è dare un consiglio, poi fare un passo indietro e incrociare le dita.
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Dr. Delogu
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