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Esperto Risponde

Calcolo urinario e trombosi

Gentile dottore, sono una donna di 29 anni, alta 1.56 per 70 kg. Non ho mai avuto patologie significative, soffro solo di ernia iatale e reflusso gastroesofageo. Ho avuto 1 parto naturale nel 2010, 1 parto con taglio Cesario a gennaio 2017 e un aborto nel 2013. Un paio di giorni fa mi sono dovuta recare al ps della mia città, perché svegliata nella notte da forti dolori al fianco dx e bruciori nella minzione; arrivati in ps mi hanno fatto un eco da cui risultava un calcolo di 8,9 cm bloccato nell'uretere. Mi visita l'urologo che mi prescrive toradol urorec è oky.
Il giorno successivo sotto consiglio del curante, visto altre 3 coliche nella giornata ritorno in ps dove mi fanno subito una tac e dalla quale risulta che il calcolo è sceso in vescica ma il rene è molto dilatato e l'uretere piegato. Dalla tac però risulta anche una sospetta trombosi della vena ovarica dx e mi mandano dal ginecologo che naturalmente dice che è tutto a posto a livello ginecologico ma che non è il suo campo.

Mi dimettono senza dirmi nulla, alche riesco la mattina dopo a parlare con l'urologo il quale secondo lui la cosa non è urgente a livello di ps e di contattare un ematologo. Essendoci però il weekend sono riuscita a contattare via telefono un'ematologa che guardando la tac mi ha chiesto di rifarla con metodo di contrasto e esami del sangue: ddimero emocromo pt fribinogeno ptt e successivamente con tutti gli esami ci vedremo.
Sono andata dal curante che mi ha fatto impegnativa X tac con priorità B (Max 10gg), la mia domanda ma quanto devo preoccuparmi? Non è troppo aspettare tutti questi giorni? Cosa può succedermi nel frattempo se ci fosse davvero il trombo? Devo prendere qualche precauzione preventiva? Cosa dovrebbe allarmarmi? Sono veramente preoccupata, ho letto di embolia polmonare. Grazie mille

Risposta del medico
Specialista in Urologia

Pare opportuno separare le due situazioni che non hanno certamente alcuna relazione tra loro, ovvero il transito del calcolo urinario di 8 mm (e non cm!) e l'ipotetico riscontro occasionale di una trombosi della vena ovarica. La prima situazione è di nostro diretto interesse. Un calcolo di quelle dimensioni una volta passato in vescica nella donna viene immediatamente espulso alla prima minzione, poiché l'uretra è breve e molto compiacente. Proprio per questo motivo è abbastanza raro riuscire materialmente a recuperare il calcolo.
Nel suo caso vorremmo essere ben certi che il calcolo abbia già subito questo destino e non sia ancora fermo allo sbocco dell'uretere, che di tutto il suo decorso è il punto più stretto. Diciamo che la persistenza del calcolo dovrebbe essere legata alla presenza, se non più di vere coliche, almeno di fastidi vescicali molto simili alla cistite. D'altronde il calcolo in quel punto sarebbe molto ben visibile all'ecografia e la ripetizione anche estemporanea di questo semplice esame potrebbe chiarire la situazione.

Per quanto riguarda la trombosi, né noi né a quanto pare il ginecologo rileviamo una possibile causa negli organi di nostro interesse. Lo specialista di riferimento è quindi giustamente l'ematologo con competenza specifica sui problemi coagulativi del sangue. Immaginiamo che le TAC eseguite fossero giustamente senza mezzo di contrasto, che è sufficiente per studiare i calcoli, ma non per valutazioni più raffinate degli organi addominali. Immaginiamo che se l'ematologo avesse giudicato la situazione come a rischio elevato di embolia, avrebbe comunque immediatamente consigliato una terapia anticoagulante (es. eparina). Se così non è stato, verosimilmente la situazione è più tranquilla o il sospetto radiologico non così fondato. Per sua completa tranquillità potrebbe ricontattare l'ematologo chiedendo se egli ritenga congrui i tempi d'attesa per gli esami richiesti.

Risposto il: 11 Maggio 2017