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Esperto Risponde

Dare spazio all'angoscia per recuperare la fiducia

salve, ho 47 anni ho appena terminato la cura con interferone contro epatite c però sono ancora positivo. Premetto che ho questa malattia da circa20-25 anni e con me ha vissuto la mia compagna consapevole e mi ha anche dato un figlio e comunque non è infetta.Abbiamo cominciato la cura (scrivo al plurale xchè tra noi lo abbiamo sempre fatto)insieme con lo spirito di sempre....cioè quello di tante battaglie combattute assieme ,ma già dall'inizio dopo le raccomandazioni da parte del medico di fare sesso protetto(credo sia rimasta terrorizzata)ha cominciato a non volermi più.ora ,dopo un anno,me l'ha detto chiaramente e io mi sento solo everamente AMMALATO
Risposta del medico
Specialista in Psicoterapia
Caro utente, mi permetta di essere molto franco ed evitare così di enfatizzare la sua (vostra) situazione di cui lei e la sua compagna conoscono ogni minimo dettaglio. Intanto vorrei tener ben presente che in questo momento siete insieme e avete un futuro (vostro figlio) che si aspetta da voi la massima attenzione e responsabilità. E questo futuro, io credo, rappresenta una certezza dalla quale non prescindere. Altro dato di fatto che mi preme tenere in considerazione è che la sua compagna ha fin'ora vissuto con lei la esperienza della malattia e, da quanto riferisce, sembra non voglia abbandonarla nell'immediato. Esiste poi un altro dato, anch'esso importante, che riguarda il desiderio sessuale; il fare l'amore, per intenderci, che in questo momento apparentemente sembra essere il problema più impellente. Forse è troppo da moralisti porsi la domanda se amare significa fare sesso e che il sesso sia l'unico e principale elemento di una relazione d'amore. Evito di porla. Passo allora a considerare la posizione della sua compagna, tentando di mettermi nei suoi panni. A questo punto posso anche immaginare che in questo momento lei viva con angoscia la prospettiva di ammalarsi per un contagio derivante da un rapporto sessuale. E' vero che sarebbe protetto, è altrettanto vero che potrebbe diventare pericoloso dovendo (cosciensosamente) tener conto anche del caso (e se si rompe il preservativo? - potrebbe pensare la sua compagna). Certo, si potrebbe correre anche il rischio ... direbbe lei. Ma a questo punto credo sia importante coltivare maggiormente la fiducia e la speranza all'interno del vostro rapporto, e magari aiutare la sua compagna comprendendo e legittimando la sua paura attuale. So che non è così semplice. A questo punto, nel caso non riuscissi a ritrovare la giusta serenità all'interno di questo rapporto, chiederei un supporto a un/a professionista con esperienza che aiuti me e la mia compagna a ritrovarci all'interno del caos; anche per mantenere fede all'impegno che abbiamo con il nostro futuro (nostro figlio). Con molta cordialità
Risposto il: 11 Aprile 2011