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Esperto Risponde

Depressione e allontanamento dal partnership

Buongiorno, ho 25 anni, e a Maggio mi sono trasferita col mio ragazzo in un'altra città, per lavoro. Sono 5 anni che stiamo insieme, ed erano mesi e mesi che volevo andare a convivere perché non riuscivo più a stare lontana da lui (abitavamo lontani e ci vedevamo solo nel fine settimana), ma non potevamo perché studiavamo ancora e non potevamo mantenerci. Arrivata questa opportunità, sono stata felicissima: avremmo avuto la nostra casa, finalmente il lavoro dei nostri sogni, vivere una vita tranquilla facendo quel che più ci piaceva. Il problema è che le cose sono iniziate ad andare male dopo che, iniziato il lavoro, mi sono trovata malissimo lì. Già da prima soffrivo di disturbo di ansia generalizzato, che mi portava a essere eccessivamente preoccupata per il mio ragazzo quando non eravamo insieme, ma speravo sarebbe migliorato conoscendo gente a lavoro e facendo cose nuove, divertendosi, ecc. Invece è peggiorato tutto. Un ambiente di lavoro e colleghi che non mi rendono felice, anzi, in questi mesi hanno aumentato la mia ansia.

Ho fatto soffrire tanto il mio compagno a causa delle mie crisi e i miei attacchi di panico, ma lui mi è stato sempre vicino, pur soffrendo tanto, a volte crollando anche lui, ma ogni volta riprendendosi e dandomi tutta la forza e la motivazione che io non riuscivo ad avere. Avrei dovuto lasciare il lavoro, ma non l'ho ancora fatto per vari motivi, soprattutto economici e perché ogni volta mi dicevo "forse sono io il problema, provo ancora un po' a resistere". Ma i continui attacchi hanno peggiorato la situazione, finché non sono caduta in depressione. Sono in cura da uno psicologo, ma ho iniziato da poco, e prendo da un mese un antidepressivo. Gli attacchi di panico si sono ridotti, ma ho poca voglia di vedere le persone, gli amici, tendo a isolarmi, e soprattutto la cosa che mi fa più paura è che mi sono allontanata dal mio ragazzo.

Ed è questo che vorrei sapere: è normale che di colpo sia accaduto questo allontanamento? Mi spiego: lui mi sta sempre accanto, mi incoraggia sempre, la mattina quando ho poca voglia di alzarmi mi aiuta senza forzarmi, mi coinvolge in un po' di stretching mattutino, mi spinge a fare attività fisica e il corso di canto anche quando vorrei solo tornare a casa a piangere. Una persona perfetta, insomma. Tra di noi non c'è nulla che non va, e ripeto, vivere una vita con lui è quello che ho sempre voluto, ma adesso sento di essermi distaccata e vorrei capire se è normale per la malattia. Distaccata nel senso che improvvisamente è come se tutti i sentimenti si fossero spenti, e mi sento in colpa, perché ho paura di non riuscire più ad amarlo, e non voglio, io volevo vivere la mia vita con lui e voglio che sia così, ma in questo momento di estremo sconforto non riesce ad aiutarmi nemmeno la sua presenza. Questo è il punto: ho paura perché vorrei che soltanto la sua presenza mi rendesse più tranquilla e felice, vorrei che tornare a casa e vederlo e stare assieme la sera riuscissero a cancellare la tristezza e lo stress al lavoro, ma non succede. E quindi mi chiedo, è normale che sia così? Fa parte di ciò che sto attraversando? Questa cosa mi logora, perché da brava paranoica quale sono vorrei convincermi che sì, è la malattia, perché non ho interesse nel vedere neanche gli amici, e invece no, mi instillo sempre da sola il dubbio "e se invece non lo amassi più?".

Continuo a crearmi dubbi e allontanarmi, ad avere paura di vederlo per paura di non dargli amore nè provarlo, è un circolo vizioso, più penso che mi sto allontanando più mi allontano. Vorrei guardare nel futuro per sapere se questi dubbi passeranno una volta guarita, se quando tornerò ad essere felice non avrò più dubbi sul mio amore verso di lui. Leggendo fa fuori la risposta sembra ovvia, ma dentro di me è un subbuglio di ansia e preoccupazione, di dubbio, di paura. Non voglio buttare all'aria quello che abbiamo costruito. Nè i nostri sogni. Ma in questo momento non riesce a tirarmi su nemmeno il suo amore. Dentro di me è un casino perché mi aspetto dei riscontri nella realtà (del tipo, lo vedo e mi sento felicissima, quindi sto tranquilla perché vuol dire che è solo un momento), ma non accade. Vorrei sapere se è normale e come dovrei affrontare la cosa al meglio, in attesa di stare meglio con me stessa. Grazie

Risposta del medico
Specialista in Psicoterapia

Gentile ragazza, se il suo psichiatra le ha prescritto un antidepressivo evidentemente ha fatto una diagnosi di disturbo dell'umore. Un antidepressivo impiega tra le 3 e le 4 settimane per fare effetto, quindi il mio consiglio è di riferire allo psichiatra ogni variazione che avverte in base all'antidepressivo. Una rivalutazione della terapia a seconda del suo feedback è la base su cui costruire una buona terapia. Riguardo alla sua domanda, sì, la depressione ha tra i suoi sintomi un appiattimento emotivo, la perdita della libido, umore depresso e a volte insonnia. Pertanto le suggerisco di non prendere in alcun modo decisioni affrettate, perché i pensieri e le decisioni sarebbero falsate dallo spettro depressivo. Aspetti di stare meglio, perciò prosegua terapia farmacologia e psicoterapia a cadenza settimanale.

Una riflessione a parte riguarda il discorso viaggio e cambio di residenza. Il viaggio va visto in 2 significati: distaccarsi da qualcuno e andare verso qualcosa. Lei ha spiegato molto chiaramente il suo desiderio di andare verso la vita insieme sognata. Sarebbe un buono spunto di riflessione col suo terapeuta chiedersi se l'origine dei disturbi ansiosi e depressivi non sia alimentato dal distacco relativo a chi ha lasciato alle sue spalle. Scrivo questo perché ho tratta molte persone con problemi analoghi o peggiori (impossibilità nel prendere un aereo), e sistematicamente saltava fuori qualche genitore con annesso senso di colpa per averlo "abbandonato". Tutte cose da elaborare bene in psicoterapia. Spero di averle dato le risposte che cercava e qualche stimolo di riflessione col suo terapeuta. Per qualunque cosa non esiti a contattarmi.

Risposto il: 18 Settembre 2018