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Esperto Risponde

Differenziare tra incontinenza da urgenza rispetto a quella da sforzo.

ho 60 anni e nel 2001 sono stata operata di isterectomia totale per un fibroma; ho una lieve incontinenza: che posso fare?
Risposta del medico
Dr. Giovanni A. Tommaselli
Dr. Giovanni A. Tommaselli
Specialista in Ginecologia e ostetricia
Per prima cosa bisogna stabilire se la sua incontinenza è da sforzo (ovvero perde urine quando fa sforzi fisici, quali tossire, starnutire, ridere, alzare pesi, correre) oppure se non riesce ad arrivare alla toilette quando si presenta uno stimolo imperioso di urinare. In secondo luogo bisogna stabilire l'entità della sintomatologia. In caso di sintomatologia lieve, come lei riferisce, in prima istanza si consigliano cicli di riabilitazione del pavimento pelvico (che constite in esercizi muscolari, elettrostimolazione e bio-feedback ovvero tecniche per riprendere "coscienza" dei muscoli pelvici). Questa terapia deve essere effettuata tre volte alla settimana per almeno due cicli di tre mesi. Nel caso i sintomi fossero più intensi o se la terapia fisica non ha effetto si deve ricorrere all'intervento chirurgico. L'intervento è minimamente invasivo e consiste nel posizionamento di una benderella in materiale sintetico al di sotto dell'uretra attraverso una piccola incisione (circa 1,5 cm) in vagina. A seconda delle tecniche la benderella viene fatta passare dietro l'osso pubico e fuoriuscire sopra il monte di venere, all'intero di due "buchi dell'osso pelvico (forami otturatori) con fuoriuscita del nastro a livello della radice delle cosce o addirittura (con le benderelle miniinvasive) non uscire affatto. Naturalmente il nastro viene tagliato e a seconda della tecnica avrai due punticini al di sopra del monte di venere, due punticini all'interno delle cosce o nessun punticino. I primi due approcci hanno risultati ottimi (tra l'85% ed il 95% di guarigioni) con scarsissimi rischi (lesioni vescicali per la prima, dolore alla radice delle cosce il secondo), mentre le benderelle miniinvasive (o minisling) hanno risultati lievemente peggiori (60-80%), ma rischi ancora più contenuti. ALternativa meno invasiva sono infiltrazioni all'interno dell'uretra, con risultati lievemente inferiori (50-70% di successo), ma rischi assenti. Se l'incontinenza fosse da urgenza, la terapia fisica ha sempre effetto e può essere affiancata da terapa farmacologica con antimuscarinici, che sono sintomatici e vanno assunti per parecchio tempo. Se la terapia fisica e farmacologica falliscono, si può ricorrere all'infiltrazione in vescica di tossina botulinica o neurostimolazione sacrale (si posiziona una specie di pace-maker sottocute che stimola un nervo sacrale).
Risposto il: 10 Giugno 2011