Il rischio di avere un figlio con una cardiopatia malformativa è nella popolazione generale inferiore all’1%. La presenza di un genitore o di un primo figlio affetto da cardiopatia congenita è considerato un fattore di rischio per la ricorrenza della cardiopatia, in generale. Una ricerca inglese pubblicata su Lancet nel 1998 ha documentato su un numero molto ampio di pazienti con cardiopatia congenita (1094 persone) che il rischio di avere un figlio affetto da cardiopatia (di qualunque tipo) è maggiore (4,1%) se uno dei due genitori è affetto da cardiopatia, piuttosto che se un fratello è affetto da cardiopatia (2,1%). Nei fratelli di un bambino con tetralogia di Fallot in particolare si è trovato, in questa ricerca, che la ricorrenza della cardiopatia è del 2,2%. Nei casi in cui più di un componente della famiglia presenta una cardiopatia congenita, in particolare dello stesso tipo, la stima del rischio deve essere molto prudente, in quanto ci si potrebbe trovare di fronte ad un difetto monogenico, trasmissibile con probabilità più elevate. In pratica, una coppia che ha già avuto un figlio con tetralogia di Fallot dovrebbe essere sottoposta ad una valutazione genetica prima di concepire un altro figlio e durante la nuova gravidanza la mamma dovrebbe essere seguita in un centro esperto nella valutazione ecocardiografica fetale e nelle altre metodiche diagnostiche prenatali.