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Egregio dottore, mia madre dal 1997 soffre di fa

Egregio dottore, mia madre dal 1997 soffre di FA parossistica in pz. bradicardica e ipertesa. Da allora ha cambiato vari farmaci per curare le aritmie. Avendo anche un blocco di branca destro, alcuni farmaci sono sconsigliati, altri inefficaci. Per vari anni ha proseguito con successo la terapia con cordarone ma il farmaco ha causato disturbi alla vista e pertanto è stata consigliata la sospensione e la sostituzione con almarithm. Con questo farmaco assunto da un anno non ci sono stati miglioramenti in quanto in un anno ha avuto gli stessi episodi di FA ripetuti a distanza di circa una volta ogni 2/3 mesi. Vorrei sapere se secondo Lei è il caso di procedere (vista l'età di 73 anni e la ripetizione delle FA che arrivano a "sfinire" mia madre) ad ablazione o all'impianto di pace maker (non capisco se c'è differenza fra i due interventi).
Grazie mille
Daniela
Risposta del medico
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L’ablazione in paziente con fibrillazione atriale si attua con l’introduzione attraverso una vena periferica di un elettrocaterere che viene spinto fino all’interno dell’atrio. Qui agendo in determinati punti si cerca di interrompere le vie percorse da impulsi anormali che generano la fibrillazione atriale. Questo intervento spesso non è risolutivo. Infatti l’aritmia può ripresentarsi.
Il pacemaker cardiaco è indicato nei pazienti che abbiano una bassa frequenza ventricolare . Alcuni pacemaker sono in grado di riconoscere i battiti capaci di dare inizio alla fibrillazione striale e di inviare degli impulsi per interromperli. Ma ciò non sempre si verifica. L’indicazione a tali soluzioni deve essere valutata dal Cardiologo curante.
Risposto il: 31 Gennaio 2007