Gentile signora, due mesi sono decisamente troppi per non fare un controllo (per quanto non possa escludersi un processo di cicatrizzazione più lento del solito e bisognerebbe conoscere bene comorbidità e terapie assunte, come anticoagulanti, che possono influenzare). Inoltre, di solito, un'ematuria vescicale è difficilmente iniziale (questo si verifica in genere quando la fonte è cervico-uretrale, salvo che la resezione sia stata proprio in quella sede).
Il problema fondamentale non è però la lieve ematuria riferita, bensì la diagnosi di base stessa. Stiamo parlando di una neoplasia ad alto rischio per la quale le linee guida pongono decisa indicazione a terapie ben più aggressive (demolitive e chemioterapiche, se fattibili ed accettate dal paziente).
Il proseguo dipende da molteplici fattori che solo chi l'ha operato può valutare:
- La resezione è stata radicale (meglio se "en-bloc")?
- L'Urologo ha previsto una revisione endoscopica a breve?
- La stadiazione è stata completata?
Insomma, deve assolutamente rivolgersi al suo urologo di fiducia per rispondere a tutto questo e comprendere se vi sono spazi per una terapia conservativa.