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Gentili dottori, ho 44 anni e sono stata

Gentili dottori, ho 44 anni e sono stata sottoposta ad ablazione transcatetere al San Raffaele di Milano per tachicardia atriale parasinusale a fine luglio, quindi quasi 4 mesi fa. All'atto della dimissione e fino a fine settembre non ho assunto alcuna terapia a parte la Cardioaspirina per i primi venti giorni dopo la procedura. Il primo mese ho avuto svariati attacchi di tachicardia che però sono stati definiti di assestamento, e gli ecg che ho trasmesso finora tramite cardiotelefono sono tutti in ritmo sinusale. Però purtroppo a fine settembre ho ricominciato a soffrire dello stesso problema antecedente l'intervento, e cioè ogni 15-20 giorni per una settimana circa sono afflitta da centinaia di extrasistoli al giorno. Spaventatissima, ho anticipato il controllo a fine ottobre, e l'aritmologo mi ha detto che devo stare tranquilla, che le extra comunque non si possono ablare, e che l'ablazione è sicuramente riuscita. Mi ha anche consigliato di riprendere attività fisica e di assumere Atenololo 25 mg ogni mattina. Prossimo controllo fra nove mesi.
Io sto facendo tutto questo, ma sto sempre peggio, le extrasistoli, che sono state definite atriali, non mi danno pace e non mi consentono di vivere una vita normale. Sono assolutamente disperata, anche se il primario dott. Pappone che mi ha operata dice che devo stare tranquilla perchè si tratta di un periodo di assestamento!!! Ma insomma, quanto dura questo benedetto periodo? Anche quando vado sulla cyclette ho delle pause che mi fanno paura, e spesso anche tossetta e conati di vomito. E loro dicono che potrei anche cominciare a correre un pochino, e ricominciare a prendere anche un paio di caffé al giorno...Ma come faccio in queste condizioni?? Sono sfiduciata, temo che l'ablazione non sia servita a niente e sto talmente male soprattutto la notte, quando ho le crisi, che preferirei soltanto morire. Vi prego di rispondermi, di darmi un consiglio, ve ne sarò grata.
Risposta del medico
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Probabilmente le sue extrasistoli sono un elemento nuovo rispetto alla sua tachicardia atriale. Ne consegue che, considerato l’impatto psicologico e la sintomatologia, potranno essere curate con terapia antiaritmica. Ci sono molti farmaci che possono curarle o comunque attenuarle, per cui le consiglio di consultare il suo cardiologo per la scelta.
Risposto il: 22 Novembre 2006