L'eredità dai gruppi sanguigni avviene in base alla legge di Mendel. Nell'individuo la coppia dei cromosomi è formata da uno di origine paterna e da uno di origine materna. Su ciascuna coppia esiste un gene (nella stessa posizione) che svolge la stessa funzione, per esempio determina il gruppo sanguigno. Se i geni sono uguali l'individuo si chiama omozigote, mentre se i due geni sono diversi si dice eterozigote; se il carattere espresso dal gene si impone sull'altro è detto dominante, se invece è sottoposto all'altro è detto recessivo. Nel caso del gruppo sanguigno, i geni che codificano il gruppo possono essere A, B e 0 (sistema AB0), A e B sono dominanti mentre 0 è recessivo. Quindi sono possibili le seguenti combinazioni:
Soggetto di gruppo A: A,0 (soggetto eterozigote che ha ereditato A da uno dei genitori e 0 dall'altro) oppure A, A (omozigote). Soggetto di gruppo B: B,0 (soggetto eterozigote che ha ereditato B da uno dei genitori e 0 dall'altro) oppure B,B (omozigote). Soggetto di gruppo AB: A,B (soggetto eterozigote)
Soggetto di gruppo 0: 0,0 (soggetto omozigote; non può essere altrimenti perché il gruppo 0 è recessivo).
Per capire l'ereditarietà occorre considerare i geni di partenza. Se un individuo di gruppo A si unisce a uno di gruppo B, occorre sapere come è formata la coppia: per esempio da un A,0 e da un B,0 potranno uscire:
AB, A0, B0, 00
Cioè ogni genitore fornisce un cromosoma, poi il gruppo del figlio dipende dal concetto di dominanza. Potrà essere AB, A, B o 0; ogni possibilità con il 25% dei casi. Pertanto, se uno dei genitori è di gruppo 0 (0,0) è l’altro è di gruppo B (B,0/B,B), un figlio può essere 0 oppure B.