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Esperto Risponde

in corso di terapia

Gentile dottore, mi accingo a raccontarle il mio problema.Premetto che ho 22 anni e che non ho mai avuto alcun rapporto sessuale.Due mesi fa, dopo una settimana di convulse masturbazioni, ho provato un certo dolore ai testicoli durante l’ennesima masturbazione, in particolare al momento della eiaculazione. All’inizio non ho attribuito a questa situazione particolare importanza: da sempre mi masturbo, pure più volte al giorno durante l’arco della settimana, e mai ho avuto problemi. Non c’è dubbio, però, che ho esagerato perché, causa il periodo stressante o non so quale impulso di autodistruzione, ho forzato un po’ le cose. Mi sono sempre masturbato per piacere e desiderio ma, in questo caso, l’ho fatto più per abitudine e nervosismo: mi sono accorto che il mio fisico dopo la masturbazione precedente voleva e doveva riprendersi ma io, al contrario, ho continuato a masturbare il mio membro, provando poi così un’eiaculazione insoddisfacente e dolorosa. Come detto, all’inizio non ho prestato molta attenzione all’accaduto: ho pensato, infatti, fosse naturale conseguenza del mio eccesso. Il problema, però, si è manifestato nei giorni successivi: il pene, infatti, era spesso flaccido, come in una continua situazione post coitum, oppresso da una latente dolenza (principalmente sull’asta). I testicoli in preda a sensazioni fastidiose, “deboli”, come quando si ha la febbre alta. Il desiderio sessuale molto calato. Soprattutto quest’ultimo fatto mi ha un po’ spaventato: mi eccito molto facilmente e prima che avvenisse questo problema mi masturbavo in media una volta al giorno. Ho deciso, quindi, di prendermi un “periodo di pausa”, e di non masturbarmi per qualche giorno. Ciò che, però, mi ha spinto poi ad andare da un dottore, è stato il momento della masturbazione. Dopo qualche giorno di pausa, infatti, ho deciso di riprovare a masturbarmi. La eiaculazione è stata però un disastro: strana e “scordinata”. Questi i sintomi:Dolore ai testicoli durante le “palpitazioni” di piacere, proprie dell’eiaculazione.Inibizione durante la eiaculazione.Innaturale velocità nel raggiungimento dell’orgasmo.Orgasmo privo di piacere.Fastidio (oserei dire quasi prurito o formicolio) nella zona pelvica, basso ventre.Leggero bruciore sulla punta del glande.Nonostante non riuscissi a localizzare bene questi fastidi ho deciso, come detto, dopo qualche settimana, di andare da un medico. Ho raccontato al dottore i miei sintomi, esplicando le cause che, secondo me, avevano portato a ciò. Dopo una veloce visita mi ha consigliato di mettere sul frenulo e sul glande una crema al cortisone (Locoidon). Naturalmente la crema non ha portato alcun beneficio. Ho deciso, perciò, di andare da un urologo. La visita dall’urologo è stata veloce (e superficiale, come si vedrà) quanto quella dal medico condotto. Ho raccontato anche allo specialista i sintomi che provavo, probabili cause e conseguenze nei minimi particolari. Lui si è limitato a ritrarre la pelle del prepuzio e il suo responso è stato che i motivi di tutti quei sintomi erano causati da una fimosi congenita. Mi ha consigliato un’operazione di frenuloplastica e mi ha congedato. Non convinto della visita (è vero: il frenulo è un po’ corto, ma non ho mai avuto particolari problemi di scappellamento, e non vedo come dopo 22 anni un frenulo corto possa causarmi fastidi di questo genere), ho prenotato una visita privata da un altro urologo. Dopo avergli raccontato i sintomi, e dopo una rigorosa visita interna, il dottore mi ha detto che la prostata era infiammata. Mi ha spiegato che era una conseguenza della troppa attività sessuale. Mi ha spiegato che non era nulla di grave e mi ha prescritto una cura: Topster, Flaminase, Levoxacin. Ciò che è paradossale è che, dopo la visita da quest’ultimo urologo, la mia situazione è peggiorata. Ai sintomi sopra elencati se ne sono aggiunti altri. Innanzitutto, ogni volta che il pene, volontariamente o involontariamente, era sottoposto a una forte eccitazione, o stimolo sessuale, avvertivo una sorta di pesantezza e fastidio nel basso ventre. Questo fastidio è come una specie di formicolio che dalla zona pelvica si irradia nell’uretra, fino alla punta del pene. Questo formicolio è accompagnato da una sgradevole sensazione, come se all’interno dell’uretra passasse del fluido. A volte ritraevo il prepuzio e notavo che il glande era sporco di un liquido biancastro (liquido seminale?). Ciò avveniva quando l’eccitazione era molto forte o, comunque, voluta. Certo, l’urologo mi ha detto di tenere calmo il mio pene, di non masturbarlo. Ma è capitato, durante la cura, che “testassi” la mia situazione, senza comunque effettuare mai una vera masturbazione e senza mai, quindi, raggiungere l’orgasmo e l’eiaculazione. Elenco gli altri sintomi:Insofferenza alla troppa sedentarietà causa fastidio (e pesantezza) presso la zona pelvica.Tenue bruciore a fine minzione.Sensazione di umidità sulla punta del glande.A questi sintomi aggiungo che, ogni volta che l’ano era particolarmente stimolato (impulso a defecare, flatulenza, cambio di posizione da seduto…), avvertivo dei fastidi imprecisati che, dallo stesso ano, si irradiavano al pene. Ho pensato che questi nuovi sintomi fossero conseguenza necessaria della visita interna, oppure effetto provocato dai farmaci. Ho ipotizzato, anche, che, causa normale iter dell’infiammazione, la situazione fosse peggiorate spontaneamente. Affermo, poi, che l’antibiotico deve aver causato un effetto collaterale poiché una sera, avvertendo un forte prurito/bruciore del prepuzio, ho ritratto la pelle e ho visto che sul glande erano comparsi dei puntini rossi, accompagnati da una rilevante quantità di residuo bianco. Il pene si è poi arrossato gonfiandosi, impedendomi il facile scappellamento del glande. Ad ogni modo, passati 10 giorni, e verificando che poco era cambiato, sono tornato dall’urologo. Dopo la visita interna ha verificato che la prostata era ancora infiammata. Mi ha prescritto un’altra cura: Edevexin (3 volte al giorno per 10 giorni), Permixon (1 volta alla sera per 2 settimane), Topster (1 volta alla sera per 1 settimana), affiancando il tutto a due creme per contrastare il problema causato dall’antibiotico, da lui identificato come balanite: Benuscler (1 volta alla sera per 10 giorni), Gentalyn (1 volta al mattino per 1 settimana).Senza soffermarmi sugli effetti delle due creme, non avverto un reale miglioramento dalla cura prescrittami per contrastare la prostatite. All’inizio della II cura sembrava andar meglio, molto meglio. Qualche notte fa, però, ho assecondato una forte eccitazione involontaria del pene. Illudendomi di stare meglio ho masturbato un poco il membro (senza raggiungere l’orgasmo), ma niente sembra essere cambiato. I sintomi sono più o meno quelli di prima: Formicolio che dal basso ventre si irradia, progressivamente, all’uretra, durante e dopo forte eccitazione o, raramente, quando l’ano è stimolato.Sensazione sgradevole, come se passasse del fluido attraverso l’uretra del pene a seguito di forte eccitazione.Senso di pesantezza (come quando si trattiene per troppo tempo la pipì) nella zona pelvica, a seguito di forte eccitazione o troppa sedentarietà.Leggera e sgradevole sensazione che dall’ano si irradia al pene quando l’ano, e la zona perineale, sono stimolati.Oggi è l’ultimo giorno di cura, ma sono terribilmente preoccupato. Vero è che sono ammalato da due mesi e che solo da uno ho cominciato la cura, ma mi sembra di vivere in un incubo. Prima mi masturbavo una volta al giorno, ora è ormai da un mesetto che non mi masturbo più. Sono prostrato e un po’ depresso per questa situazione perché non avverto alcun effetto positivo dalla cura. In più il pene è tornato rosso e un po’ gonfio: immagino io sia allergico a qualcun altro farmaco dei due nuovi proposti, sempre non sia allergico alle supposte. L’ultima volta che ho visto l’urologo egli ha escluso che si possa trattare di una prostatite batterica, e non mi ha dato alcun esame da fare. Mi ha ribadito che non è nulla di grave e che anche per le più leggere prostatiti ci si impiega un po’ a guarire, ma io ho paura. Chiedo a lei, gentile dottore, un ragguaglio, un parere e, se possibile, un consiglio. In particolare le domando:1- I sintomi che evidenzio sono propri della prostatite? È davvero questa la patologia di cui sono affetto?2- Tutto ciò è grave?3- Guarirò o rimarrò per tutta la vita così, con questi fastidi? 4- Rischio l’impotenza e/o l’infertilità?5- Appariranno calcificazioni prostatiche?6- Possibile che qualche minuto di forte eccitazione e di semi masturbazione comprometta la cura?7- Devo lasciare il membro totalmente a riposo o non masturbarsi peggiora la situazione?8- Possibile che i farmaci non facciano effetto?9- Riuscirò ancora a masturbarmi e/o avere, in futuro, un rapporto sessuale in modo sereno?Ora attendo una settimana poi, probabilmente, tornerò dall’urologo. Di lui mi fido ma è molto taciturno e ho un po’ soggezione a fargli tutte queste domande. Immagino che i sintomi da me descritti non appariranno, forse, molto chiari. Del resto faccio fatica a spiegarli precisamente. Per questo motivo le chiedo scusa.Le chiedo scusa, inoltre, per il disturbo e per avere espresso le mie paure: come avrà capito sono un po’ ansioso e timoroso.Ringraziandola per l’attenzione, e sperando in una sua risposta, le porgo distinti saluti.
Risposta del medico
Specialista in Urologia

Gentile Giovanotto,

posto che la diagnosi di prostatite sia perlopiù indiscutibile considerata la coerenza in tutti i disturbi riferiti, veniamo a rispondere ai suoi quesiti:

- I sintomi sono assolutamente tipici

- La prostatite non è certamente una grave malattia, ma altrettanto certamente non è semplice da curare, civuole perlopiù molto tempo e pazienza

- L'andamento della prostatite tende a divenatre cronico, ovvero a manifestarsi ciclicamente, prò anche a molti anni di distanza. Su questo, più che i farmaci, possono influire i consigli generici sullo stile di vita che le sono stati certamente dati

- Nei processi infiammatori acuti e sub-acuti della porostata si può evidenziare una riduzione della potenza erettile, di cui è però difficile discernere le componenti emotive. Inoltre a causa delle alterazioni del liquido seminale dovute all'infiammazione locale, vi può essere una riduzione della fertilità teorica, limitata comunque solo alle fasi più acute

- E' probabile che con la risoluzione di un'infiammazioen acuta si formino nella prostata elle piccole calcificazioni. Questa raramente causano comunque disturbi specifici

- In corso di prostatite è consigliabile un'attività sessuale di frequenza ragionevole, sia l'eccesso che l'astinenza completa sono cotroproducenti

- Per la prostatite non esiste "una cura" infallibile e buona per tutte le occasioni. Non è raro che il primo tentativo non sortisca l'effetto desiderato e che si debba passare nel tempo ad altri farmaci o loro associazioni. Anche lo specialista deve essere molto paziente sotto questo punto di vista

- Meno si concentra sulla sua sfera genitale, meno ansia produce, e più facile è che la cosa si possa risolvere in tempi brevi

In conclusione, si affidi con serenità al nostro Collega che la sta seguendo, seguendone con crupolo tutte le indicazioni. Sarà comunque opportuno eseguire degli accertamenti di laboratorio sulle urine, sul liquido seminale ed una ecografia dell'addome.

Saluti

Risposto il: 08 Novembre 2012