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Io sono adriano ho 25 anni sono della provincia di

Io sono Adriano ho 25 anni sono della provincia di Napoli, mio padre nel 1985 (33 anni) ebbe un infarto poi dopo 4 anni dovette essere operato, nel 2001 mentre si trovava a lavoro gli venne una forte tachicardia lo portammo al pronto soccorso della Clinica S. Lucia in S. Giuseppe Vesuviano, una volta effettuati tuti i controlli ci dissero che doveva essere installato un apparecchio che controllava la tachicardia cioè il Defibrillatore. Prenotammo l'operazione in ospedale a Mercogliano (Avellino), operazione riuscita molto bene. Dopo 3 mesi andò a controllo dal suo cardiologo il quale disse che la macchinetta era rotta e doveva essere sostituita. Tornammo di nuovo a Mercogliano, chiamarono un ingegnere da Milano e fecero un'altra operazione cambiando la macchinetta. Martedì 24 maggio ’06 mio Padre si trovava in aeroporto ed all’ improvviso si è sentito “il Cuore in gola” siamo andati subito all’ospedale NUOVO PELLEGRINI ex S. Giovanni Bosco a Napoli dove ci hanno detto che mio padre aveva 150 battiti al minuto ma la macchinetta non è entrata in funzione come Defibrillatore ma solo come Pacemaker, ha avuto uno scombussolamento del fisico il sangue non circolava più e la pressione era quasi uguale a 0. Adesso io Vi chiedo come devo comportarmi? A quanti battiti al minuto deve andare il cuore per far mettere in funzione la macchinetta? Queste macchinette sono veramente costruite per salvare la vita agli uomini? Io penso che un aggeggio del genere dovrebbe salvare la vita e non farli “morire” . Aspetta una sua risposta con estrema urgenza. P.S- mio padre sta in ospedale ma è vivo e sveglio. Cordiali Saluti, Adriano.
Risposta del medico
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L’apparecchio installato a suo padre: un defibrillatore automatico, ha una doppia funzione, quello di intervenire se la frequenza cardiaca si abbassa troppo (pacemaker) e di interrompere accelerazioni patologiche del ritmo (defibrillatore). La programmazione che viene effettuata all’atto dell’impianto, ma che può essere modificata in ogni momento successivo senza ulteriori interventi ma solo mediante una trasmissione di messaggi con onde radio, serve ad impostare i limiti entro cui l’apparecchio dovrà intervenire. E’ possibile che a suo padre il defibrillatore sia stato impostato in modo da intervenire per frequenze superiori ai 150 battiti al minuto. Se sarà necessario tali impostazioni potranno essere modificate. Faccia riferimento ai cardiologi del centro dove deciderà di effettuare i controlli periodici del defibrillatore. All’atto del controllo potranno essere rilevati gli eventi registrati nella memoria dell’apparecchio e modificati i parametri di intervento come meglio necessario. Il defibrillatore impiantabile è uno dei più efficaci sistemi di protezione nei confronti della morte cardiaca improvvisa.
Risposto il: 04 Giugno 2006