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Esperto Risponde

ipersecrezione di muco

Salve,il caso che sottopongo riguarda mio padre affetto da circa tre anni da BPCO,non fumatore.La sua patologia è stata definita non gravissima dai medici che lo curano(uno specialista napoletano,e medici del Monaldi dove è stato ricoverato nel mese di settembre la prima volta e nel mese di novembre la seconda).Il suo problema principale è un iper secrezione di muchi che soprattutto di notte gli causano difficoltà respiratorie quando non riesce a espellerli.Purtroppo i medici non riescono (o non possono?) a regolare quest'attività delle ghiandole che producono i muchi.Vedo le sue condizioni peggiorare anche per i continui sforzi che fa nell'azione di espletare i muchi,questo influisce sulle condizioni psicologiche:teme di bloccarsi nell'impossibilità dell'espulsione al punto di non poter più respirare.Grazie
Risposta del medico
Gentile signore, nella broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) confluiscono diversi quadri patologici caratterizzati tutti da ipersecrezione mucosa, tosse, dispnea ed ostruzione bronchiale irreversibile. Alcuni pazienti, poi, presentano alcune alterazioni specifiche dell'anatomia di alcuni bronchi denominate bronchiettasie. Queste caratterizzano la patologia per una particolare abbondanza di secrezioni spesso difficilmente espettorabili in considerazione della frequente colonizzazione batterica modificante le caratteristiche chimico-fisiche del muco. A ciò si associa, spesso, ad esempio, la deformazione cifoscoliotica del tratto dorsale della colonna vertebrale che, in concomitanza alla ostruzione bronchiale e al frequente "affaticamento" dei muscoli respiratori (che sono anche deputati al produrre la tosse) determinano una difficoltà come quella da lei descritta. Spesso è opportuno indire cicli di fisiochinesiterapia per il drenaggio passivo delle secrezioni bronchiali, così come, talvolta, è opportuno effettuare cicli di aerosolterapia con mucolitici veri (mi riferisco ad acque termali sulfuree). Le assicuro che il problema è molto più complesso di quello che sinora ho esposto e, pertanto, i programmi terapeutici valutano di volta in volta ciò che più si addice al singolo paziente.
Risposto il: 27 Gennaio 2009