Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende
decorazione 1
decorazione 2
decorazione 3
decorazione 4
decorazione 5
decorazione 6
circle
circle
Esperto Risponde

la dipendendenza non da' felicità

Buongiorno vorrei un piccolo aiuto. Ho 49 anni e da sempre ho vissuto con mia madre e ho un compagno in un altra citta' dopo 10 anni ho deciso di mollare tutto e trasferirmi da lui per avere una vita piu' normale e formarmi una famiglia.Sapendo quanto mia madre (anni 76) (che è molto fragile e dipendente da me in tutti i sensi) le ho chiesto se preferisce restare dove abitiamo o venire su a casa mia. Lei mi ha detto che vuole starmi vicino e che non potrebbe sopportare l'idea di non vedermi. Allora mesi fa decisi di affittare un bilocale arredato vicino a noi. L'altro giono l'ho portata da me per farle vedere la casa che le è anche piaciuta ma poi è andata in crisi (diventando molto triste e acida) l'idea di un posto nuovo e gente che non cconosce. A me ha fatto molto male vederla cosi e al ritono ne abbiamo parlato e lei mi ha detto che avra' bisogno di tempo per adattarsi. Ora dovremo andare verso fine giugno ma io non sono per niente tranquilla e mi sento in colpa all'idea di far soffrire mia madre per un mio cambiamento ma non ho anch'io diritto alla mia vita! Sono sempre stata una figlia che ha fatto l'impossibile per sua madre.Come mi devo comportare grazie infiniteMonica
Risposta del medico
Specialista in Psichiatria e Psicologia clinica

la situazione che descreive è frequente quando il rapporto madre- figlia/o non evolve in modo armonico e non permette di raggiungere una reciproca autonomia psicoaffettiva.

la dipendenza della figlia nei confronti della madre (e della madre nei confronti della figlia) non è mai positiva perché determina aspettative e sensi di colpa.

lei ha diritto di vivere la sua vita e deve, con affetto ma con altrettanta fermezza, convincere sua madre ad accettare la situazione.

non si senta in colpa! e suggerisca piuttosto a sua madre di affrontare il problema non appoggiandosi a lei, ma eventualmente facendosi aiutare da un medico-psicoterapeuta che saprà sicuramente (magari all'inizio anche con l'ausilio di una cura farmacologica) darle nuovi stimoli e anche il piacere di poter gioire per la felicità della propria figlia :-)

è giunto il momento di assumervi reciprocamente la responsabilità delle vostre scelte e di tagliare questo troppo persistente cordone ombelicale

Risposto il: 29 Maggio 2012