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Esperto Risponde

mi sento felice e soddisfatta eppure ... piango

Gentile esperto,le scrivo perchè ho bisogno di un parere su un mio comportamento involontario per me inspiegabile.Vorrei premettere che sono una persona molto socievole e molto forte caratterialmente, molti dicono di ammirarmi per la decisione che dimostro in tutte le situazioni, perchè ho sempre le idee chiare e sono molto sicura di me. Mi relaziono bene sempre con tutti, anche con i caratteri più difficili e passo la maggior parte del tempo a ridere e scherzare. Inoltre mi sento veramente felice e soddisfatta, sprtt in questo periodo, poichè mi sono laureata a pieni voti e ho trovato un impiego che mi piace tantissimo, ho tanti amici e un ragazzo perfetto per me.Purtroppo però c'è una cosa di me che non riesco a comprendere e ad accettare... spesso, quando parlo di una qualunque cosa, durante le semplici chiacchiere quotidiane, gli occhi mi si riempiono di lacrime, come se volessi iniziare a piangere...ma io non ne ho alcuna voglia! E' un fatto per me incomprensibile, che lascia attoniti anche coloro che si trovano in quel momento accanto a me, poichè ovviamente non riescono a capire per quale motivo io voglia iniziare a piangere mentre chiacchiero di banalità... Il mio umore non cambia quando accade, non sono per nulla triste, tuttavia i miei occhi diventano lucidi! Questa cosa dura da qlk anno ma prima non vi avevo dato mai peso...purtroppo ora sta iniziando a crearmi qualche imbarazzo, soprattutto nell'ambiente di lavoro, dove questo comportamento inizia a deporre molto poco a mio favore. Molti potrebbero pensare che sono una persona fragile e piagnucolona, ma in realtà è un riflesso istintivo che io non riesco proprio a controllare...una sorta di strano tic... e questo mi fa davvero rabbia!Spero sappia darmi qualche chiave di lettura!Grazie mille
Risposta del medico
Specialista in Psicoterapia
Gentile utente, nei limiti consentiti da questo spazio virtuale e sulla scorta delle informazioni che mi scrive, posso fornire un parere che risulta essere soprattutto una intuizione. Sarebbe importante raccogliere una anamnesi più approfondita, anche per escludere eventuali effetti iatrogeni ed evidenze disfunzionali in corso. Mi limito pertanto a quanto riferisce. Vorrei innanzitutto rassicurarla dicendole che non si piange (ammesso che il suo sia un pianto) solo quando si è fragili o sfortunati perché si può piangere anche di gioia. Inoltre, il pianto, è una manifestazione emotiva tipica degli esseri umani. In lei tale manifestazione, che definirei più come commozione, si manifesta in modo impulsivo e certamente sarà portatrice di una ragione. La domanda è questa: se ipotizzo che ogni comportamento risulta essere implicitamente un messaggio, cosa vorrebbero esprimere i suoi occhi lucidi o le sue lacrime in quei momenti? Che cosa vorrebbero comunicare? Evitiamo di esprimere giudizi (tipo: fragile, piagnucolona, ecc.), proviamo a comprendere quanto comunica il suo corpo bypassando il controllo del suo pensiero. Credo che se andiamo in questa direzione, riusciamo a legittimare quei "modi di essere" e contemporaneamente a trovare una via di uscita. Non drammatizzerei e allo stesso tempo cercherei un riferimento in un/una professionista con esperienza (psicologo psicoterapeuta) di terapie psicocorporee, in questo caso di scuola post reichiana, per approfondire meglio il caso. Con molta cordialità. Dott. Tripeni
Risposto il: 23 Settembre 2011