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Mio padre 62 anni ha avuto ictus cerebrale

mio padre 62 anni ha avuto ictus cerebrale ischemico in paziente con ateromasia carotidea e dilatazione della radice aortica 42 mm e dell'aorta ascendente 49 mm con insufficienza aortica lieve,screening disfunzione renale paz.diabetico Vel.Filtr.Glomer=63 ml/min,lui già soffriva delle seguenti patologie: cardiopatia ipertensiva,diabete mellitico tipo II,B.P.C.O.BAV 1°grado. E' stato da sempre curato con glucopage da 1000 prima dei pranzi,2 cp lasix da 25 e 1a settimana da 500,torvast,losaprex da 50,symbcort,solosa 1/2 cp,2 respicuir da 300,luvion e cardura, i danni causati dall'ictus sono stati il ritiro della parola e l'immobilità degli arti destri (la lesione è a sx) vorrei sapere con la nuova patologia cardiaca cosa bisogna fare,visto che i medici all'inizio avevano detto che eravamo al limite dell'operazione e adesso l'hanno trasferito in un centro riabilitativo mettendo il problema cardiaco in secondo piano.I parametri per un eventuale operazione quali dovrebbero essere?quale tipo di operazione si dovrebbe effettuare?ci potrebbe essere anche un fattore ereditario visto che la la madre avuto anche 2 ictus con diabete?se ereditario quali esami dovremmo fare noi figlio per evitarlo?secono lei che possibilità c'e di recupero?questi sono tutti i dati in mio possessosiamo in attesa del risultato dell'holter e della TAC di contrasto
Risposta del medico
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Esiste sicuramente una predisposizione familiare per ipertensione arteriosa e diabete (fattori di rischio per ictus); i familiari dovranno quindi stare attenti alla insorgenza di tali situazioni (tramite misurazioni della glicemia e della pressione arteriosa) e curare tali patologie, non appena insorte. Attualmente il problema principale sono gli esiti dell’ictus. Bisogna seguire con TAC l’evoluzione del focolaio ischemico cerebrale e, comunque, i rischi di una operazione cardiochirurgica (collegati alla possibilità di infarcimento emorragico dell’area ischemica con peggioramento del quadro neurologico, a sua volta dipendente dall’uso della eparina per la circolazione extracorporea) sono proibitivi, né, d’altra parte, si ravvede alcun carattere di urgenza. L’operazione cardiochirurgica deve essere comunque preceduta da una valutazione invasiva (Coronarografia, aortografia) considerando che vi è una concreta possibilità che le coronarie (oltre alle carotidi) siano interessate da processi ostruttivi. L’operazione consiste nella sostituzione dell’aorta ascendente con una protesi. Tale atto chirurgco può essere o meno accompagnato da reimpianto della coronarie e sostituzione della valvola aortica nativa. Ovviamente in caso di patologia coronarica sarà indispensabile associare dei bypass aorto-coronarici. L’impegno chirurgico ed il rischio operatorio non sono quindi trascurabili. L’indicazione normalmente si dà per un calibro > 55 mm, ma in caso di importante comorbidità, si può attendere sino a 60 mm. Ovviamente molto importante è valutare la progressione della dilatazione. Al momento comunque, considerando le dimensioni dell’aorta ed il recente ictus, seguirei con ecocardiogramma l’evoluzione del quadro.
Risposto il: 23 Gennaio 2008