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Esperto Risponde

Pneumologia e rianimazione!

Salve, mio fratello di 37 anni con una malattia neurodegenerativa rara non diagnosticata con sofferenza al secondo motoneurone è stato ricoverato giorno 21 dicembre in ospedale per problemi respiratori riguardanti il muco che non riusciva ad espellere. In ospedale hanno fatto un rx al torace che rivelava dei focolai di polmonite. È stato curato con antibiotici e alcuni giorni dopo sembra essersi ripreso e respirava autonomamente e deglutiva bene mangiando cibi solidi. Invece giorno 28 Dicembre una crisi respiratoria hanno costretto i medici prima ad usare una maschera CPAP senza controllarlo per 1 ora e poi trovandolo quasi in coma ad intubarlo e ricoverarlo in un altro ospedale in rianimazione. Nella rianimazione dopo 7 giorni intubato hanno proceduto con tracheotomia per farlo respirare meglio. Lo staccano dal ventilatore meccanico e lo abbiamo trovato che respirava solo. Poi lo hanno attaccato subito a quello domiciliare ma la sera va in crisi respiratoria per un pneumotorace che gli aveva sgonfiato il polmone. Loro dicono che non si adatta al ventolato re. Il chirurgo pone un drenaggio e lo sedano. Altri 8 giorni così con drenaggio messo e qualche crisi con il respiratore appena scendevano la sedazione. Febbre 38,3 per infezione che non si sa da cosa o drenaggio o polmonite. Finalmente dopo varie tac giorno 16 di Gennaio tolgono il drenaggio e scendono la sedazione. Sembra adesso adattato alla macchina e la febbre è passata. Secondo il primario respira discretamente e sta andando bene solo che quando abbassano la sedazione inizia ad agitarsi perchè ovviamente adesso dopo quasi 21 giorni inizia ad avere coscienza di tutto e paure non essendo mai stato lasciato solo. Siamo al 20 di gennaio e siamo ancora qui. Un medico che non è il primario già dal primo giorno in rianimazione mi ha detto che non è ottimista su questi casi..dopo tutte queste situazioni e dopo un mese quasi che mio fratello ha superato varie complicazioni continua a dirmi che sarebbe il caso di staccare tutto. Degenza lunga e discorsi assurdi. Ma dico è possibile una cosa del genere? È come dice lui o c’È Possibilità che lo portiamo a casa con il ventilatore domiciliare e tutto il resto compreso Peg che vogliono fare?
Risposta del medico
Dr. Giorgio De Bernardi
Dr. Giorgio De Bernardi
Specialista in Pneumologia e Allergologia e immunologia clinica
Purtroppo suo fratello ha una malattia mortale (quella del 2° motoneurone). Il ricovero protratto è legato ad una serie di complicanze tipiche dei pazienti ventilati, che d'altronde, se non intubati, morirebbero in pochi minuti per insufficienza respiratoria. Il destino di suo fratello è segnato, dal momento in cui hanno deciso di ventilarlo. Nei paesi anglosassoni, dove c'è una differente cultura della vita e della morte, è il paziente che decide se essere intubato o meno. Tutti gli altri (genitori, fratelli, sorelle, mogli, figli) non hanno diritto di fare scelte che competono esclusivamente al paziente. Se ne faccia una ragione. Suo fratello ha ragione a voler staccare la spina...il suo futuro è breve e pieno di sofferenza. Mi spiace dover essere così franco, ma qualcuno, purtroppo, doveva dirvelo. Con sincera partecipazione.
Risposto il: 22 Gennaio 2019