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Rianimazione cardiorespiratoria

Rianimazione cardiorespiratoria

La rianimazione cardiorespiratoria prevede essenzialmente due importanti manovre: la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco.
In questo articolo:

Arresto respiratorio e arresto cardiaco sono fra le emergenze che comportano la massima attenzione e celerità di intervento da parte del soccorritore. Le manovre da fare sono essenzialmente la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco e vengono descritte di seguito.

È bene tuttavia sottolineare che possono essere utilizzate solo se si è davvero esperti nell'eseguirle. Prima di cimentarsi in queste manovre sarebbe meglio conoscere bene sia le basi teoriche sia l'esecuzione pratica, tramite un adeguato corso di pronto soccorso.

La respirazione artificiale

Le tecniche di respirazione artificiale più pratiche per il primo soccorritore sono quella bocca a bocca e quella bocca-naso. Queste tecniche si basano sul fatto che l'aria espirata dal soccorritore, sebbene ricca di anidride carbonica, contiene comunque una percentuale di Ossigeno sufficiente da permettere un'adeguata ossigenazione del Sangue dell'infortunato.

Bisogna inoltre aggiungere che il massaggio cardiaco è la manovra più importante e può essere da sola sufficientemente efficace per ripristinare le funzioni vitali dell'infortunato.

È una questione di ritmo...

Se il paziente è anche in Arresto cardiaco - situazione frequentemente associata a all'arresto respiratorio - si esegue contemporaneamente il massaggio cardiaco. Se i soccorritori sono due si esegue la regola del 5 a 1, ossia 5 massaggi e 1 respirazione. Se invece il soccorritore è da solo, potrà seguire la regola del 30 a 2, ossia 30 massaggi e 2 respirazioni.

Se il soggetto non necessita di massaggio cardiaco, il ritmo della respirazione sarà comunque lento e cadenzato, con un ritmo di 15-20 atti al minuto, fino a quando l'infortunato non riprende la respirazione autonoma o sino all'arrivo dei soccorsi.

Attenzione alla propria sicurezza

Con la respirazione bocca a bocca il soccorritore si espone al rischio - seppur assai poco probabile - di contrarre infezioni. Per ridurre al minimo il rischio di eventuale contagio, esistono in commercio dei filtri a mo' di fazzoletto da applicare sulla bocca della vittima, che si possono inserire nel proprio materiale di pronto soccorso. In caso di necessità, un comune fazzoletto è comunque meglio di niente.

In ogni caso, il rischio di infezione del soccorritore per questo contatto, soprattutto in relazione alla possibile gravità della situazione, è davvero minimo e può essere ulteriormente ridotto con un po' di buon senso.

Per esempio, nel caso in cui la persona che si trova a terra, in arresto cardiaco, sia sconosciuta e con del sangue alla bocca, è ovviamente sconsigilabile una respirazione senza uso di filtri.

Le più recenti Linee guida del 2010 dell'American Heart Association (AHA) per la rianimazione cardiopolmonare (RCP) e l'assistenza cardiovascolare di emergenza (ECC), raccomandano infine che un soccorritore non addestrato per la RCP si limiti a eseguire solo le compressioni toraciche (su una persona adulta vittima di un improvviso svenimento), pensando solo a "premere forte e rapidamente" al centro del torace, astenendosi quindi dalla respirazione bocca a bocca, in attesa che giungano i soccorritori professionisti. Le principali novità su questo tema sono rilevabili dalla sintesi in italiano delle linee guida AHA.

Ultimo aggiornamento: 28 Settembre 2018
3 minuti di lettura

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