Buongiorno dottore.
Per attacchi di panico e ansia generalizzata, mi sono rivolta a uno psichiatra della mia zona.
A distanza di un anno e piu mi ritrovo ad assumere lorazepam, dapakin, quietapina , litio , einiezione amplify da 400mg.
Vorrei smettere ma non so da che parte iniziare, ovviamente lui non ne vuole sapere.
Premetto che la mia ansia non solo è peggiorata ma ho tanti effetti secondari.
Come agire?
grazie e buona giornata
Buongiorno,
la ringrazio per aver scritto e per aver condiviso una situazione così delicata e personale. Capisco bene quanto possa essere frustrante trovarsi in una terapia che non sembra dare i risultati sperati e anzi peggiorare alcuni sintomi, soprattutto quando ci si sente poco ascoltati nelle proprie preoccupazioni.
Se ho ben compreso, lei soffre di attacchi di panico e ansia generalizzata e da oltre un anno è in cura con una combinazione di farmaci piuttosto articolata: lorazepam, Depakin (valproato), quetiapina, litio e aripiprazolo in iniezione (AmpliFy non esiste credo intenda Maintena da 400 mg). Nonostante questo trattamento, riferisce che l'ansia è peggiorata e che presenta diversi effetti collaterali, tanto da desiderare di interrompere le terapie, ma incontra resistenza da parte del medico curante.
Da come descrive il quadro, emerge una politerapia complessa che generalmente si riscontra in situazioni in cui non si tratta solo di ansia, ma anche di altri disturbi psichiatrici concomitanti o ipotesi diagnostiche più ampie (come disturbi dell'umore, stati misti o forme psicotiche). Sarebbe importante capire perché le sia stata impostata una terapia così strutturata: se il motivo era solo l'ansia e il panico, l'uso combinato di stabilizzatori dell'umore, antipsicotici e benzodiazepine appare piuttosto insolito.
Capisco la sua voglia di smettere, ma interrompere di colpo farmaci come questi può essere pericoloso, sia per gli effetti sul sistema nervoso sia per possibili ricadute improvvise. Quello che le consiglierei è di confrontarsi con il suo curante per:
- ricostruire la storia clinica completa e la motivazione di ciascun farmaco
- valutare quali farmaci stanno realmente aiutando e quali possono essere i primi candidati alla riduzione
- impostare un piano di sospensione graduale, concordato con il medico e monitorato anche con esami ematici, specie per litio e Depakin
- prevedere un supporto psicoterapico durante la fase di scalaggio
Se il suo attuale specialista non è disponibile ad affrontare questo percorso potrebbero esserci delle ragioni sottostanti che io e lei ignoriamo ma che potrebbero avere un loro peso. La cosa migliore sarebbe confrontarsi con lui e chiarire la ragione di tale sua ostinazione. Ovviamente può sempre cercare un secondo parere da un altro psichiatra che sia più disponibile al confronto con lei per un obiettivo di semplificazione terapeutica, mantenendo però la sicurezza clinica.
Il mio suggerimento è di non iniziare alcuna riduzione da sola, ma di trovare al più presto un medico che la segua in questa fase o appena sarà possibile, chiarendo da subito la sua motivazione a ridurre e spiegando in dettaglio gli effetti collaterali che sta vivendo.
Spero di esserle stato utile.
Cordiali saluti,
Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano