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Esperto Risponde

Tachicardia parossistica sopraventricolare

Gent.mo dottore mi chiamo Alessio e mi permetto di scriverle per avere una consulenza per me importante. Premetto che io gioco a Calcio a livello agonistico-dilettantistico ed ho un problema: poco più di un anno fa durante un allenamento ho avuto un episodio di tachicardia parossistica, sono stato portato in ospedale ed ho fatto tutti gli esami del caso da cui non sono risultati problemi cardiaci. Non contento e considerando il fatto che ho ripreso a giocare a calcio ho fatto gli stessi esami in altri due centri diversi (ECG-holter, Ecocardiogramma, prova da sforzo che ripeto ogni anno dall’età di 10 anni ora ne ho 25) e tutto è stato negativo, io però continuo ad accusare degli episodi di extrasistole (dovute secondo i medici ad Ansia) e in alcuni casi altre due volte dal primo episodio di tachicardia. Ora vorrei sapere a cosa vado incontro se mi si verifica un nuovo episodio di tachicardia durante l’allenamento o durante la competizione e se c’è qualche rimedio che posso adottare per risolvere il problema, visto che non sono più tranquillo. Questa situazione mi porta irrequietezza e in periodi più stressanti, come quando sono sotto periodo di esami, episodi di sospiro. Distinti saluti attendo sue notizie. Alessio.
Risposta del medico
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Sembra di capire che lei abbia sofferto un episodio di tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV). Gli episodi di tachicardia parosssistica sopraventricolare per solito non sono associati ad alterazioni delle strutture cardiache. Se tutte le indagini diagnostiche da lei fatte (e sono quelle comunemente utilizzate per studiare le strutture e la funzione del cuore) hanno escluso, come lei scrive, l’esistenza di una malattia cardiaca, non ha motivo di preoccuparsi. La principale determinante della prognosi è l’esistenza o meno di una malattia cardiaca. L’eventuale ricomparsa di un episodio di TPSV non è in grado di per sé, vista l’assenza di malattia cardiaca, di danneggiare il suo cuore. Le crisi di TPSV possono essere interrotte con il massaggio del seno carotideo (manovra che deve essere eseguita da un medico o appresa in modo corretto), con la manovra di Valsalva (spingere come per defecare) o anche con l’immersione della faccia in acqua fredda. I farmaci vanno utilizzati in ambito ospedaliero. Se gli episodi di TPSV diventassero frequenti consulterà un aritmologo per una valutazione più approfondita. E’ peraltro necessario che lei controlli la sua ansia (non necessariamente con farmaci) poiché pur non essendo questa la responsabile dei suoi episodi di cardiopalmo certamente le condiziona una non ottimale qualità di vita.
Risposto il: 06 Maggio 2004