Colpo di calore: come riconoscere i sintomi
Con l’avvicinarsi della stagione estiva le temperature aumentano, raggiungendo spesso limiti difficilmente tollerabili: sono i giorni e le ore in cui il termometro segna oltre 35°C, e se a queste cifre si unisce un’umidità elevata la sopportazione diventa veramente difficile.
Non è però solo un problema di tolleranza e di fastidio: sono purtroppo notizie non rare i decessi causati dal colpo di calore comune, soprattutto a carico di bambini e di anziani, per non parlare di cani (a titolo di esempio, nel 2015 in India, dove sono state raggiunte temperature ambientali di 47°C, in una sola settimana sono morte 1.500 persone a causa di colpo di calore).
Che cos’è il colpo di calore
Per chiarire di che cosa si tratti vediamo di spiegarlo in termini comprensibili. L’uomo non è un pesce, né un coccodrillo e neppure un rospo, ma un animale a sangue caldo, un essere vivente cioè che, al pari di uccelli e mammiferi, possiede una regolazione autonoma della temperatura corporea, dipendente da complessi meccanismi di neuroregolazione che, agendo sul calore prodotto e sul calore disperso, mantiene la temperatura dell’organismo in un range ristretto: 36.5±0.7°C.
I meccanismi con cui si attua questa omeostasi termica sono in parte automatici (sudorazione, respirazione) ed in parte volontari, questi ultimi rappresentati dallo spostarsi in ambienti a temperatura più adatta, mettere o togliere vestiti, aumentare o diminuire l’attività fisica che produce calore, aumentare o diminuire la quantità di cute esposta all’ambiente.
Quando la temperatura corporea interna supera i 37.2°C si parla di ipertermia e, mano a mano che la temperatura aumenta, l’organismo subisce danni sempre maggiori: gli enzimi vengono denaturati, le funzioni nei mitocondri alterate, le membrane cellulari destabilizzate e il metabolismo dipendente dall’ossigeno stravolto, con il risultato che, oltre una certa soglia, la morte è la conseguenza inevitabile.
Le condizioni che predispongono all’insorgenza di un’ipertermia sono molteplici, e possono essere suddivise in quattro grandi categorie:
- Fattori soggettivi: mancanza di acclimatazione passando ad ambienti con grosse differenze termiche, disidratazione, attività fisica esercitata senza opportuno allenamento, presenza di febbre da infezione, obesità (che causa una sproporzione tra superficie corporea e massa totale), affaticamento, eccesso di indumenti, età avanzata.
- Fattori dipendenti dall’ambiente: elevata temperatura ambientale, elevata umidità, assenza di vento.
- Fattori medici: alcolismo, lesioni neurologiche, malattie cardiovascolari, malattie della cute e delle ghiandole sudoripare, diabete mellito, tossicosi tiroidea, ipo-potassiemia, BPCO, patologie psichiatriche.
- Farmaci: amfetamine, anticolinergici, antidepressivi, antistaminici, antiparkinsoniani, barbiturici, β-bloccanti, diuretici, alcol etilico, allucinogeni, fenotiazine.
Quando una persona, tanto più se con fattori predisponenti, permane a lungo in un ambiente molto caldo e ad alta umidità (si pensi al bambino piccolo, vestito abbondantemente e dimenticato in auto in un giorno estivo, nelle ore meridiane) è facile che si instauri un colpo di calore, condizione patologica acuta dovuta ad alterazione dei meccanismi della termoregolazione o ad impossibilità da parte dei meccanismi stessi di compensare l’eccessiva temperatura ambientale.
Come si manifesta il colpo di calore
Le manifestazioni inizialmente consistono in vasodilatazione periferica, tachicardia, tachipnea e sudorazione abbondante. La perdita di acqua e sali con la sudorazione si accompagna a disturbi della cenestesi (malessere generale, cefalea, astenia, senso di prostrazione, perdita della volontà, nausea, vertigini, offuscamento della vista, crampi muscolari, vomito, cute arrossata e bagnata di sudore, bocca secca), fino alla fase conclamata, dovuta all’esaurimento dei meccanismi di compenso, favorito dalla mancanza di aerazione e dall’umidità ambientale.
Si instaura depressione del sistema nervoso centrale accompagnata da confusione, ipoidrosi (diminuzione della sudorazione per esaurimento delle ghiandole sudoripare), la cute da arrossata diventa pallida, la temperatura interna corporea supera i 41°C nelle forme acute, mentre spesso si riscontra ipotermia (dovuta ad esaurimento dei meccanismi neurologici di produzione del calore) e si generano gravi alterazioni fisiologiche e biochimiche: scompenso cardiaco, aritmie, edema cerebrale, ipotensione arteriosa, insufficienza renale acuta, sindrome da distress respiratorio, insufficienza epatica acuta, emorragie gastrointestinali, iper-potassiemia, emoconcentrazione, piastrinopenia, ipoglicemia, acidosi lattica, proteninuria.
Insomma, uno sconvolgimento totale del corpo che, come è facile comprendere, porta rapidamente al decesso.
I rimedi per il colpo di calore
Il trattamento del colpo di calore è basato innanzitutto sull’idratazione del paziente e sulla correzione della mancanza di sali dovuta alla sudorazione eccessiva: se cosciente, l’infortunato deve essere sollecitato a bere acqua fresca con sale (al massimo in una concentrazione dell’1%, per evitare che concentrazioni superiori causino vomito); in pratica 1 cucchiaino di sale da cucina in 1 litro di acqua fresca (ma non ghiacciata!). Se il paziente non è cosciente si effettua la somministrazione per via gastrica, rettale o endovenosa.
Ovviamente il soggetto deve essere posizionato in ambiente fresco e ventilato, trasferendolo immediatamente in reparti di terapia intensiva che possano mettere in atto i protocolli previsti per lo shock, onde prevenire l’insorgenza di un collasso cardiocircolatorio.
Ben diversa è la situazione del colpo di calore tropicale, condizione gravissima che si riscontra in Asia, Africa e Sud-America a causa di temperature ambientali elevatissime, umidità ambientale intensa e presenza di condizioni morbose nel soggetto, quali malattie epatiche o gastrointestinali. In pazienti affetti da insufficienza epatica o etilismo o malattie intestinali, comunque, il colpo di calore tropicale può avvenire anche alle nostre latitudini ed essere particolarmente grave, spesso mortale.
In questo caso, oltre alla terapia suddetta, si deve anche mettere in atto il raffreddamento corporeo mediante la messa in opera di un raffreddamento attivo, ottenibile con vari metodi: esposizione del paziente, che generalmente è in ipertemia, ad ambiente freddo, spugnature di acqua fresca, ventilazione continua, immersione in acqua fredda (22°C), impacchi di ghiaccio ascellari e perineali, infusione di soluzione fisiologica a temperatura ambiente, lavaggio gastrico con soluzione fisiologica fredda, fino ad arrivare al lavaggio peritoneale con soluzione fredda.
La prognosi del colpo di calore comune è generalmente favorevole, anche se nei primi anni di vita e negli anziani con patologie specie cardiache può diventare mortale, per l’instaurarsi di complicanze cardiologiche, renali e polmonari.
Come prevenire il colpo di calore
La prevenzione deve essere fatta intervenendo sui fattori modificabili: in presenza di ambiente surriscaldato o di un paziente con fattori predisponenti si deve evitare la permanenza prolungata a temperatura elevata e, se questo non è possibile, mettere in atto gli accorgimenti elencati prima:
- evitare i troppi indumenti;
- idratare il soggetto facendolo bere non solamente acqua ma soluzioni saline (vanno benissimo i succhi di frutta);
- fornire zone di ombra;
- evitare l’attività fisica eccessiva;
- evitare gli alcolici;
- ventilare l’ambiente.