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Trattamento dello scompenso cardiaco

Trattamento dello scompenso cardiaco

Numeri in aumento per lo scompenso cardiaco, ma la ricerca fa passi da gigante. La speranza: offrire terapie sempre più personalizzate.

Gli esperti la definiscono 'la peste del secolo'. Si tratta dello scompenso cardiaco, una condizione caratterizzata da una ridotta capacità da parte del muscolo cardiaco di pompare un’adeguata quantità di sangue. Ciò comporta un minor apporto di Ossigeno a tutti gli organi.

Secondo le stime si calcola che soffrano di Scompenso cardiaco 22 milioni di persone nel mondo, con una prevalenza pari al 2-5% della popolazione sopra i 45 anni). In Italia, stando ai dati del Ministero della Salute, un milione di persone soffre di scompenso cardiaco, con una maggiore prevalenza tra le persone con più di 65 anni, e questo disturbo è responsabile di più di 170 mila ricoveri ogni anno.

Come si manifesta lo scompenso? Dal momento che a tutti gli organi arriva una quantità insufficiente di ossigeno, lo scompenso si manifesta con sintomi diversi: un’astenia progressiva dei muscoli, formazione di edemi agli arti inferiori causati da una ridotta capacità da parte dei reni di eliminare i liquidi, difficoltà respiratorie (fiato corto e tosse inizialmente durante sforzi intensi, poi anche per sforzi modesti e addirittura in condizioni di riposo) e disfunzioni neurologiche.

Il trattamento dello scompenso cardiaco ha questi obiettivi: rallentare la progressione della patologia, ridurre l’ospedalizzazione, aumentare la sopravvivenza e ridurre i sintomi al fine di migliorare la qualità della vita.

Come spiega Cesare Fiorentini, direttore del Programma di Cardiologia del Centro Cardiologico Monzino, ogni progresso fatto nella ricerca scientifica relativa allo scompenso segna un passo in avanti importante per la lotta allo scompenso.

Un esempio? I betabloccanti, farmaci largamente usati e sempre più sofisticati, offrono grandi opportunità terapeutiche per il trattamento dello scompenso.
Il prof. PierGiuseppe Agostoni, del Centro Cardiologico Monzino, spiega che i betabloccanti sono degli autentici pilastri per la Terapia dello scompenso cardiaco e che ogni betabloccante è diverso dall’altro, così come lo è ogni singolo paziente.

La più avvincente sfida per la ricerca scientifica, nell’ambito della lotta allo scompenso (una ricerca che può essere finanziata anche con il 5x1000), è proprio quella di offrire la molecola più appropriata per ogni singolo paziente. Il traguardo: una terapia estremamente personalizzata e quindi molto più efficace.

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Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre 2017
3 minuti di lettura
Commento del medico
Prof. PierGiuseppe Agostoni
Prof. PierGiuseppe Agostoni
Specialista in Malattie dell'apparato cardiovascolare

I betabloccanti sono tra i pilastri della terapia dello scompenso cardiaco. Le molecole che possiamo usare sono diverse e hanno caratteristiche diverse, ma anche i pazienti non sono tutti uguali, ogni paziente ha le sue peculiarità. La sfida del futuro sarà quella di ottenere il miglior rapporto tra molecola più appropriata e specifico paziente.

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