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Intestino irritabile

Dolore addominale, stipsi e diarrea sono i sintomi caratteristici della sindrome dell'intestino irritabile. Come si può curare?

Cos'è


La Sindrome dell'intestino irritabile (SII) è un complesso sintomatologico che comprende Dolore addominale ed irregolarità dell'alvo, dovuto ad alterazioni motorie funzionali del colon. È senza dubbio la più frequente causa di ricorso al medico per patologia gastroenterologica.

Come me ne accorgo


Sintomi caratteristici della sindrome dell'intestino irritabile sono:

  • il dolore, più frequente in fossa iliaca sinistra ma che si può localizzare in tutte le zone addominali, è quasi costantemente presente. A volte il dolore può anche interessare le spalle o la regione lombare. Il sintomo, generalmente, non è molto intenso; non disturba il sonno, può seguire il pasto ed è alleviato o risolto con l'evacuazione di feci o gas;
  • la Stipsi può essere tale da consentire l'evacuazione solo dopo uso di lassativi o clisteri;
  • la diarrea con numero variabile di scariche di feci di consistenza ridotta, raramente notturne ed accompagnate o meno da dolore addominale.

Nell'intestino irritabile, generalmente, si alternano periodi di diarrea, di stipsi e di normalità nella evacuazione.

Altri sintomi addominali, meteorismo con senso di gonfiore addominale, borborigmi, nausea.

Altri sintomi non addominali: cefalea, facile stancabilità, difficoltà alla concentrazione, palpitazione, dispnea, disuria.

Gli esami


La diagnosi di sindrome del colon irritabile è essenzialmente clinica cioè basata sull'anamnesi (presenza dei sintomi da molti anni e loro accentuazione in corrispondenza di stress emotivi o fisici) e sulla normalità della visita medica e di eventuali esami di laboratorio praticati.
Se i sintomi suddetti si presentano, per la prima volta, dopo i 40 anni, o quando questi variano improvvisamente, è indicato sottoporre il paziente ad indagini atte ad individuare l'esistenza di patologia organica del colon (clisma opaco a doppio contrasto, colonscopia).

Cosa aspettarsi


La sindrome da intestino irritabile è cronica con periodi di riacutizzazione sintomatologica e fasi di quiescenza. La patologia ha decorso benigno, e non determina, generalmente, dimagramento né compromissione delle condizioni generali. Le uniche complicanze sono la comparsa, come conseguenza del ponzamento cronico nelle forme a prevalente stipsi, di diverticoli del colon, emorroidi e ragadi e prolasso del canale anale.

Che fare


La terapia deve contrastare i sintomi prevalenti.

Per il dolore: antispastici tipo anticolinergici (propantelina bromuro, prifinio bromuro, cimetropio bromuro) e miolitici (trimebutina, pinaverio bromuro, ottilonio bromuro, luoroglicina) che agiscono riducendo lo spasmo intestinale. L'olio di menta in capsule, oltre all'effetto antispastico, è in grado di ridurre la sensazione di gonfiore addominale.

Per la stipsi: procinetici tipo levosulpiride che determina un aumento della motilità peristaltica intestinale e quindi facilita la progressione delle feci; fibre contenute nei lassativi di massa (metilcellulosa, Agar, Crusca, Glucomannani, derivati dello psillio); lassativi osmotici (lattulosio e lattitolo).

Per la diarrea: loperamide che agisce riducendo la peristalsi dell'intestino; farmaci adsorbenti (carbone attivo, caolino, diosmectite) che, adsorbendo i liquidi, aumentano la consistenza delle feci.

Utili, al fine di ridurre la componente psicosomatica, la stessa levosulpiride, gli ansiolitici (benzodiazepine tipo bromazepam, lorazepam) e gli antidepressivi (amitriptilina).

Consigli


Quando il sintomo prevalente è la stipsi, è necessario aumentare le fibre ingerite con la dieta (almeno 400g al giorno di verdure o frutta), bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno, aumentare l'attività fisica. Cercare di regolarizzare l'evacuazione recandosi alla toilette, anche in assenza di stimolo, ad orari precisi.
Quando il sintomo prevalente è il dolore è utile ridurre l'ingestione di sostanze fermentanti tipo legumi, cavoli, cipolle, broccoli, spinaci, prugne, mele, ciliegie, banane, latte, panna, gelati, cibi molto grassi, fritti, cereali integrali.
Il paziente dovrebbe imparare a riconoscere gli alimenti che scatenano o aggravano i sintomi in modo da evitarli o da ridurne l'introito.

Ultimo aggiornamento: 26 Marzo 2015
4 minuti di lettura

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