Vorreste sapere quanto vi resta da vivere?
Al via una ricerca universitaria in Gran Bretagna per sviluppare un software con cui predire la durata della vita di una persona.
C’è chi vorrebbe saperlo e chi no: stiamo parlando dei giorni che ci restano da vivere. Magari per sfruttare al meglio il tempo davanti a noi o per prendere i dovuti accorgimenti per posticipare la data della ‘fine’.
Ebbene, dalla Gran Bretagna, più precisamente dalla ‘University of East Anglia’, arriva la notizia dell’avvio di un progetto da parte di un gruppo di ricercatori per creare un software in grado di predire la durata della vita di una persona.
I ricercatori, infatti, sostengono che conoscere la data di scadenza del nostro tempo potrebbe essere utile per la pianificazione dei fondi della pensione, per farsi consigliare dai medici e per capire, ad esempio, come la droga possa influenzare la durata di una vita.
I ricercatori, ci tengono a sottolineare, non potranno fornire una data certa (altrimenti staremmo nell’ambito della fantascienza) ma premono di abbinare ‘x’ persone (catalogate per età, sesso, salute e stile di vita) a ‘y’ IPOTESI di durata dell’esistenza.
La ricercatrice Elena Kulinskaya, alla CNN ha affermato che “se individuiamo un migliaio di persone con più o meno le stesse condizioni e stili di vita, possiamo prevedere, in media, quanto tempo vivranno”.
Si tratta di un progetto ‘big data’, ovvero saranno necessarie grandi quantità di informazioni per raggiungere un risultato soddisfacente, ovvero le cartelle cliniche di 3,4 milioni di cittadini britannici.
Secondo il coordinatore della ricerca sull’invecchiamento al King College di Londra, Richard Siow, però, applicare i ‘big data’ a un individuo “non è realistico. Ci sono così tante variabili differenti, per cui sarà possibile ottenere eccessive generalizzazioni”.
Ma la Kulinshaya è fiduciosa, convinta che la ricerca potrà aiutare pazienti e medici.
La ricerca dovrebbe essere completata entro quattro anni e avrà un costo di circa 1 milione di euro (800.00 sterline) e i risultati, una volta conseguiti, saranno resi pubblici a chiunque.
Ebbene, dalla Gran Bretagna, più precisamente dalla ‘University of East Anglia’, arriva la notizia dell’avvio di un progetto da parte di un gruppo di ricercatori per creare un software in grado di predire la durata della vita di una persona.
I ricercatori, infatti, sostengono che conoscere la data di scadenza del nostro tempo potrebbe essere utile per la pianificazione dei fondi della pensione, per farsi consigliare dai medici e per capire, ad esempio, come la droga possa influenzare la durata di una vita.
I ricercatori, ci tengono a sottolineare, non potranno fornire una data certa (altrimenti staremmo nell’ambito della fantascienza) ma premono di abbinare ‘x’ persone (catalogate per età, sesso, salute e stile di vita) a ‘y’ IPOTESI di durata dell’esistenza.
La ricercatrice Elena Kulinskaya, alla CNN ha affermato che “se individuiamo un migliaio di persone con più o meno le stesse condizioni e stili di vita, possiamo prevedere, in media, quanto tempo vivranno”.
Si tratta di un progetto ‘big data’, ovvero saranno necessarie grandi quantità di informazioni per raggiungere un risultato soddisfacente, ovvero le cartelle cliniche di 3,4 milioni di cittadini britannici.
Secondo il coordinatore della ricerca sull’invecchiamento al King College di Londra, Richard Siow, però, applicare i ‘big data’ a un individuo “non è realistico. Ci sono così tante variabili differenti, per cui sarà possibile ottenere eccessive generalizzazioni”.
Ma la Kulinshaya è fiduciosa, convinta che la ricerca potrà aiutare pazienti e medici.
La ricerca dovrebbe essere completata entro quattro anni e avrà un costo di circa 1 milione di euro (800.00 sterline) e i risultati, una volta conseguiti, saranno resi pubblici a chiunque.