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I miti da sfatare sull'influenza

I miti da sfatare sull'influenza

Tante sono le credenze e i falsi miti che gravitano sull'influenza. Ecco quali sono le bufale più comuni.
In questo articolo:

Con l’influenza in aumento, è boom anche di falsi miti. Intorno alla malattia stagionale per eccellenza, si sente e si legge di tutto. Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza.

Intanto va specificato che alla base dell’epidemiologia dell’influenza vi è la marcata tendenza dei virus influenzali a mutare, ragione per cui essi trovano gran parte della popolazione immunologicamente suscettibile e possono quindi diffondersi ampiamente e rapidamente. Di queste variazioni molecolari – si legge sul sito dell’Istituto superiore di Sanità – va tenuto conto nella preparazione dei vaccini, la cui composizione deve essere aggiornata tutti gli anni.

 

Influenza: i falsi miti da sfatare

Stare fuori al freddo fa venire l'influenza

 È falso. La trasmissione dei virus è difficile all’aperto. Molto più facile che il contagio avvenga invece in ambienti chiusi come scuole, uffici o mezzi di trasporto pubblico. I virus influenzali si trasmettono prevalentemente per via aerea e si diffondono molto facilmente attraverso le goccioline di saliva che il malato produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando, soprattutto negli ambienti affollati e chiusi.

Le persone senza sintomi non sono contagiose

Non è così. Le persone infette sono contagiose da un giorno o due prima che i sintomi compaiano, fino a circa cinque giorni dopo l’inizio della sintomatologia, talvolta fino a dieci giorni dopo. Questo significa che il virus può essere trasmesso anche da persone apparentemente sane. I bambini e le persone con sistema immunitario indebolito, possono essere contagiosi per un tempo ancora più lungo.

Se ho l’influenza devo prendere gli antibiotici

Niente di più sbagliato. L’antibiotico agisce contro le infezioni batteriche, l’influenza è causata invece da un virus. Per questo, assumere gli antibiotici per curare l’influenza è inutile, oltre che dannoso. Diverso è il caso in cui sopraggiungano infezioni batteriche dovute a delle complicanze della malattia. In quel caso è sempre bene rivolgersi al proprio medico.

L’influenza non è una malattia grave e vaccinarsi non serve

Non è esatto. L'influenza non è grave se la persona è in buona salute e se il virus responsabile della malattia non è aggressivo. Può comunque essere un rischio per le persone con un sistema immunitario compromesso, come nel caso degli anziani o dei malati oncologici. Vaccinarsi è il modo migliore di prevenire e combattere l’influenza, sia perché aumenta notevolmente la probabilità di non contrarre la malattia sia perché, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, questi sono molto meno gravi e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicanze.

Mi sono vaccinato quindi non posso prendere l’influenza

Falso - L’influenza è causata da una moltitudine di ceppi che possono variare di anno in anno per cui non è possibile garantire una copertura totale. Il vaccino erogato è tetravalente: copre dai 4 ceppi più comuni di virus (due sottotipi dell’influenza A e due sottotipi dell’influenza B). Il vaccino inoltre non protegge dai virus parainfluenzali, che causano spesso sintomi molto simili a quelli dell’influenza. L’immunità indotta dal vaccino inizia, infine, circa due settimane dopo la somministrazione e declina nell’arco di 6-8 mesi e, quindi, si potrebbe rischiare di essere solo parzialmente protetti nel periodo più rischioso (ottobre-febbraio). Per questi motivi e anche perché i virus influenzali possono variare da stagione a stagione, è necessario vaccinarsi a ogni inizio di stagione influenzale. Novembre è il mese ideale per farlo.

Sono incinta, meglio evitare il vaccino

Falso – Il vaccino è consigliato alle donne che all’inizio della stagione influenzale sono nel secondo o nel terzo trimestre di gravidanza, per evitare il rischio di complicanze o di ricoveri correlati all’influenza. Il vaccino antinfluenzale è consigliato anche durante l’allattamento, perché permette di rinforzare le difese immunitarie del neonato.

Ultimo aggiornamento: 03 Marzo 2020
4 minuti di lettura

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