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Lampada abbronzante, come sceglierla e quali rischi si corrono

Lampada abbronzante, come sceglierla e quali rischi si corrono

Se fatta una volta ogni tanto, la lampada abbronzante non è dannosa. Meglio, però, non esagerare: nel tempo, possono favorire anche il cancro alla pelle.
In questo articolo:

Chi odia andare al mare sfoggiando la pelle bianca oppure chi ama avere un colorito dorato tutto l’anno ha un punto in comune: la lampada abbronzante.

Dalla trifacciale, al lettino e alla doccia: ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche, ma di fatto le lampade abbronzanti funzionano tutte allo stesso modo, emettendo raggi UVA e UVB.

Lampade abbronzanti, come sceglierla?

Le lampade abbronzanti sono dispositivi che generano la pigmentazione scura della cute in maniera artificiale in quanto emettono radiazioni ultraviolette A e B (UVA e UVB), proprio come i raggi solari.

A seconda della diversa tipologia e quantità di raggi ultravioletti emessi si distinguono in:

  • lampade abbronzanti a bassa pressione, ossia che emettono una maggiore quantità di raggi UVB e per questo scaldano meno e penetrano più in profondità, stimolando la produzione di melanina per un’abbronzatura graduale, più profonda e duratura, ma con maggior rischio di scottature ed eritemi;
  • lampade abbronzanti ad alta pressione, che emettono principalmente raggi UVA che scaldano di più e penetrano meno in profondità, facendo scurire la melanina superficiale della pelle per un effetto abbronzatura subito visibile ma meno duraturo nel tempo.

Bisogna dire però che tutti i tipi di radiazioni possono danneggiare la pelle. Di conseguenza, l’uso continuato di dispositivi abbronzanti (come anche una eccessiva e sconsiderata esposizione al sole), possono portare a conseguenze negative per la salute anche a distanza di molti anni dall'esposizione, causando danni specifici nel DNA delle cellule.

I rischi delle lampade abbronzanti

I danni dovuti ad esposizioni incontrollate alle lampade abbronzanti non sono da prendere sotto gamba: essi si manifestano attraverso eritemi, arrossamenti o irritazioni, riduzione delle difese immunitarie dell’epidermide, accelerazione dei processi di fotossidazione e invecchiamento, con comparsa anticipata e marcata di rughe e macchie scure sulla pelle.

Non stiamo parlando di inconvenienti isolati o remoti, ma di rischi tangibili, dimostrati da numerosi studi clinici. Molte ricerche attestano che, utilizzare lampade abbronzanti di frequente comporta il 69% di probabilità in più di sviluppare una forma precoce di tumore della pelle, tipo il melanoma, rispetto ai non patiti dell’abbronzatura artificiale. Il rischio raddoppia se la “frequentazione” di solarium supera i sei anni consecutivi.

Per questo i dermatologi concordano nel riconoscere che una lampada abbronzante una volta ogni tanto - ovvero ogni mese e mezzo/due mesi - non è dannosa, ma abusare delle lampade abbronzanti è sconsigliato.

Lampade abbronzanti: come ridurre i rischi?

Secondo i dermatologi, l’abbronzatura artificiale dovrebbe essere vietata almeno al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 60, alle donne in gravidanza, a chi soffre di patologie autoimmuni, ai soggetti in trattamento con farmaci fotosensibilizzanti e chi ha sofferto di melanoma o presenta una familiarità accertata.

Molti, inoltre, sconsigliano fortemente l’uso delle lampade abbronzanti a chi ha un fototipo basso (1-2), vale a dire capelli rossi o biondo chiaro, occhi azzurri o verdi e carnagione lattescente, oppure presentano un gran numero di nevi su corpo e viso o ancora sono particolarmente sensibili alla luce del sole e sono predisposti alle scottature solari.

Ad ogni modo, le misure da osservare per fare qualche lampada abbronzante in sicurezza sono:

  • consultare preventivamente un dermatologo per valutare le caratteristiche della propria pelle, in modo da programmare frequenza e tempi di esposizione in relazione al fototipo di appartenenza;
  • prima dell’esposizione rimuovere bene i cosmetici e le lenti a contatto e utilizzare gli occhialini di protezione per evitare danni alla retina;
  • scegliere solari con filtri UvA+UvB con fattore di protezione elevato anche se si è già scuri;
  • proteggere dall’esposizione le parti sensibili della pelle come cicatrici, tatuaggi e genitali;
  • rispettare sempre le raccomandazioni relative a durata della seduta e agli intervalli tra una seduta e l’altra;
  • evitare nello stesso giorno di fare una seduta abbronzante ed esporsi al sole.

Dipendenza dalle lampade solari?

Sembra assurdo, ma le lampade abbronzanti possono provocare dipendenza, con conseguenti danni alla salute. Vedersi abbronzati in un batter d’occhio, senza troppo sforzo, fa sentire meglio e aumenta autostima e umore.

Tutto giusto all’apparenza, se non fosse che si rischia di entrare in un circolo vizioso: più ci si vede abbronzati più non si vuole smettere. Nei casi estremi si può parlare di allarme tanoressia, ovvero la dipendenza dai raggi solari per raggiungere un’abbronzatura sempre più completa.

Se hai bisogni di parlare con un dermatologo e valutare lo stato della tua pelle, puoi richiedere un video consulto qui.

Ultimo aggiornamento: 20 Marzo 2023
5 minuti di lettura

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