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Ostetricia: l'assistenza alle donne partorienti

Da Ippocrate, che già scriveva di ostetricia, fino ai giorni nostri, l'assistenza alle donne partorienti è stata sempre presente.

L'assistenza alle donne partorienti è sempre stata nei secoli presente. Le donne ebree, egiziane, greche, romane, tutte avevano, nel momento del parto, almeno una levatrice che le aiutasse a partorire, spiegando loro cosa fare e come comportarsi.

Nel Corpus Hippocraticum, il testo che Ippocrate scrisse, ci sono numerosi libri dedicati alla ginecologia e all'ostetricia. Si discute, infatti, di anatomia, di sviluppo fetale, di Parto e di aborto.

Ippocrate era convinto che l'unico metodo naturale per partorire fosse la posizione cefalica del feto, posizione dovuta al peso della testa. L'aborto era praticato nei casi di mancata contraccezione e solitamente si effettuava appendendo la donna ad una scala e scuotendola finché il feto non veniva espulso. Ippocrate, inoltre, conosceva la sterilità e la combatteva con lavande vaginali costituite da polvere di bronzo, resina e miele, introdotti nella vagina tramite il collo vuoto di una zucca.

Nella Scuola Salernitana famosa fu invece una donna medico di nome Trotula, autrice del testo De mulieribus passionibus in ante e post partum, nel quale essa studiava le condizioni femminili e le loro modificazioni nel periodo precedente e successivo al parto. Le donne, come per il passato, partorivano sulla cosiddetta 'sedia ginecologica' aiutate dalle ostetriche.

Fu nel Seicento che apparirono le prime innovazioni nel campo dell'ostetricia. Innanzitutto, il taglio cesareo, ad opera del chirurgo francese François Rousset nel 1581 che riuscì a salvare sia il bambino che la madre; poi l'opera, pratica e scritta, di François Mauriceau, considerato il più grande ostetrico francese del tempo, con l'uso del forcipe, appena inventato, e del taglio cesareo, nonostante la sua pericolosità.

Le innovazioni e i miglioramenti agli strumenti a disposizione continuarono per tutto il secolo successivo, il XVIII secolo. L'ostetricia si affermò come disciplina autonoma, staccata dalla Chirurgia, della quale aveva fino ad allora fatto parte.

L'assistenza alle partorienti si fece più presente da parte dei medici, i quali cominciarono ad interessarsi a tutti i tipi di parti e non soltanto a quelli difficili. Importanti figure di ostetrici e chirurghi furono soprattutto provenienti dalla Francia e dall'Inghilterra.

Si ricordano personaggi del calibro di Levret, che migliorò il forcipe per permettere di raggiungere la testa del bambino a qualunque altezza nell'utero, Puzos, che studiò in particolar modo il distacco della placenta e le sue terapie, Sigault, che ideò la sinfisiotomia per aggirare il problema del bacino stretto, Baudelocque, che studiò a fondo tutti i meccanismi del parto e dei primi momenti di vita del bambino, Denman, che conferì al parto prematuro provocato la dignità di terapia per salvare madre e bambino nei casi di impossibilità al parto dovuta al bacino stretto, White, che per primo capì e divulgò l'importanza dell'igiene della sala parto e delle stanze.

L'apporto di questi luminari conferì grande lustro a questa disciplina medica, che da poco aveva cominciato a camminare sulle proprie gambe.

L'Ottocento vide un grande fiorire di cattedre universitarie dedicate all'ostetricia, ma fu solo nella seconda metà del secolo che ci furono grandi passi avanti per l'assistenza al parto. La scoperta più grande e più importante di questo periodo fu la possibilità di ascoltare il battito cardiaco del Feto mediante stetoscopio.

Altra pietra miliare di questo periodo è la lotta contro l'infezione puerperale tramite un'accurata igiene personale del medico, degli assistenti e delle stanze deputate al parto e alla degenza, che però fu osteggiata come pratica superflua e soltanto quasi un quarto di secolo dopo la scoperta della sua importanza da parte di Semmelweiss cominciò ad essere introdotta come pratica indispensabile per la prevenzione dell'infezione.

Nei primi anni nel Novecento l'introduzione di un taglio cesareo basso permise di evitare la maggior parte dei problemi legati a questo intervento, come l'emorragia o la rottura dell'utero nei casi di gravidanze successive, che erano stati i motivi per cui l'operazione veniva effettuata soltanto in casi estremi o addirittura sostituita con il parto prematuro provocato. È in questo secolo che viene anche introdotta la pratica del parto pilotato.

E ancora: l'introduzione del parto indolore ad opera di anestetici non tossici che diminuivano il dolore alla partoriente ma non incidevano sulle contrazioni, la diagnosi precoce di gravidanza, e la nascita e lo sviluppo della chirurgia ginecologica, portarono l'ostetricia ad un livello molto alto, che ancora oggi tende a due obiettivi principali: salvaguardare la vita di madre e figlio e far partorire con il minimo dolore e la massima sicurezza.

Ultimo aggiornamento: 02 Agosto 2019
5 minuti di lettura

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