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Peste: la Morte Nera

La pesta, chiamata anche Morte Nera, fu l'epidemia più disastrosa del Medioevo che decimò più di un terzo della popolazione mondiale.

Nel Medioevo l'igiene era una chimera e le malattie imperversavano. L'Epidemia più disastrosa fu chiamata la Morte Nera e fu l'epidemia di peste che colpì tutto il globo nella prima metà del XIV secolo, quella che Boccaccio prese a pretesto per il prologo del suo Decameron. L'evento fu di portata talmente vasta, che fu preso addirittura a spartiacque tra il Medioevo centrale ed il tardo Medioevo.

La peste è una malattia infettiva fortemente contagiosa e letale provocata da Batteri che vengono trasmessi all'uomo ad opera delle pulci di roditori, solitamente ratti. La più comune forma di peste è quella bubbonica, con la comparsa di bubboni, cioè dei rigonfiamenti, nelle zone ascellari ed inguinali.

Questi bubboni, in seguito, possono produrre pus e lacerarsi, lasciando uscire il materiale piogeno. E fu proprio questo tipo di peste che si sviluppò nel XIV secolo e fu chiamata Morte Nera a causa del colorito violaceo della pelle, dovuto alla Cianosi nel momento terminale della malattia.

La Morte Nera fece la sua comparsa alla fine degli anni '20 del XIV secolo nel deserto del Gobi, per espandersi, poi, in tutto il mondo. Si stima che più di un terzo della popolazione mondiale di allora fu decimata dalla peste.

La malattia viaggiava nelle varie nazioni a causa delle pessime condizioni igieniche a terra, ma soprattutto sulle navi commerciali, che facevano scalo nei vari porti del mondo. Nel 1345 aveva raggiunto il fiume Volga e di lì cominciava ad espandersi verso ovest, colpendo, man mano, la Crimea ed il Caucaso, Costantinopoli, l'Egitto. Nel 1347 era già in Sicilia e da lì, tramite una nave genovese che aveva attraccato a Messina, si era portata nell'Italia peninsulare.

L'anno dopo aveva colpito anche Francia, Inghilterra, Germania, Paesi Bassi per proseguire nei paesi più a nord, come la Norvegia ed infine la Russia nel 1350. L'epidemia aveva seguito le rotte commerciali di allora nel Mediterraneo ed era risalita, attraverso il nord, tornando al punto di partenza (il fiume Volga).

I governi cercarono di porre rimedio all'espandersi dell'epidemia, ma il tutto era reso molto complicato dalla mancanza di norme igieniche adeguate. Le case degli appestati venivano sigillate e i malati isolati; spesso, non si esitava a murare vivi nelle case i malati con i sani. Anche le navi venivano isolate perché il morbo non si espandesse.

In molte città si credeva che la malattia si propagasse attraverso l'aria e molte persone cercarono di fermare l'avanzata della Morte Nera bruciando alloro, ginepro, pino, foglie di limone e simili per sopraffare l'olezzo dei morti lasciati, per lo più, in mezzo alle strade a marcire e, ovviamente, ad aiutare la peste a diffondersi.

Qualcuno si prendeva la cura di bruciare ciò che era rimasto dei morti, e forse questa era l'unica misura veramente efficace per combattere la diffusione della malattia. Chiaramente, per i vivi, la quarantena e l'isolamento erano le armi migliori per fermarla. Molti, infatti, lasciarono le città dirigendosi verso le campagne per evitare il contagio.

Dal punto di vista religioso e psicologico, l'avvento della Peste Nera fu un turbinio di teorie. C'era chi credeva che la peste fosse una punizione divina per i peccati commessi e pregava e ostentava privazioni di ogni tipo per chiedere perdono e, d'altro canto, c'era chi invece era convinto che la peste colpisse tutti e anche molto velocemente, quindi, tanto valeva godersi quei pochi giorni dando sfogo alle gioie della gola e della lussuria. Ci fu anche chi fu convinto di vedere negli emarginati gli 'untori' che diffondevano il morbo, prendendosela così con vagabondi, mendicanti ed ebrei.

Gli effetti devastanti della Morte Nera furono subito palesi; nel giro di un paio d'anni, più di un terzo della popolazione mondiale morì a causa della peste. L'economia ebbe molto a soffrire di questa enorme perdita di vite umane poiché i morti lasciarono parecchi spazi vuoti, sia nell'agricoltura che nel commercio, che si fecero sentire pesantemente nell'economia mondiale.

Questo rivoluzionò anche la struttura sociale; chi sapeva fare qualche arte o mestiere valeva molto più dei nobili e dei ricchi; fu così che gli operai, i contadini e la borghesia in generale cominciarono da quel momento la scalata al successo sociale.

Ultimo aggiornamento: 16 Settembre 2015
5 minuti di lettura

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