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Esperto Risponde

Agitazione e paura di parlare in pubblico: come risolvere?

Salve, sono un ragazzo di 18 anni e da quando vado alle scuole medie ho paura a leggere in pubblico e parlare davanti a tante persone... In queste situazioni mi viene mal di testa, inizio a tremare, sudo moltissimo...mi trema molto la voce e a volte mi blocco.
In questi anni ho voluto sempre "rimandare" o far notare troppo questi miei problemi (quando i professori volevano far leggere qualcuno mi nascondevo sempre per paura di essere chiamato e per fortuna mi hanno fatto leggere raramente)... Ma da quando non gioco a calcio (da 2 anni per problemi alla schiena) ho potuto riflettere e ho deciso di parlarne con i miei genitori. La loro scelta è stata quella di mandarmi a fare circa 5 sedute dallo psicologo, che non mi hanno assolutamente aiutato. Da mesi sto prendendo i fiori di bach ma non c'è nessun miglioramento.

In questi anni di scuola non sono mai riuscito a fare una domanda ai professori per paura dei commenti o di dire qualcosa di sbagliato. Secondo me non sono né dislessico né da mandare dallo psicologo. Nel calcio invece sono abbastanza sicuro di me...però sono sempre rimasto nel mio piccolo, con sempre gli stessi compagni e la stessa società, forse non ho mai creduto o voluto diventare un calciatore perché mi chiedevo sempre "se dovessi parlare in conferenza stampa o a una intervista come farei?".
Vorrei solo sapere quali sono i miei problemi, se è un problema di tipo caratteriale che mi passerà crescendo (ma non credo), se potrei avere qualche malattia, se soffro di fobia sociale...e quali sono le possibili cure...e un consiglio per non agitarmi troppo in vista di un esame orale che dovrò sostenere nei prossimi giorni...Un parere/consiglio mi sarebbe di molto aiuto, anche perché non vorrei che questi problemi influenzino le mie relazioni future con le persone...Grazie in anticipo
Risposta del medico
Dr. Mauro Savardi
Dr. Mauro Savardi
Specialista in Psicologia clinica e Psicologia e Psicoterapia
L'ansia sociale o detta anche fobia sociale si caratterizza per una serie di aspetti tra cui semplificando molto:
- elevato stato di allarme di fronte a situazioni sociali: mangiare in pubblico, parlare in pubblico, leggere in pubblico, camminare in pubblico etc.
- alcune convinzioni disfunzionali sugli altri, vissuti come attori ipercritici ed attenti a vedere ogni singolo difetto
- alcune convinzioni disfunzionali sulle conseguenze dei propri eventuali e personali errori: tutti vedranno, tutti giudicheranno, farò una figuraccia irrimediabile, non potrò sopportare etc.
- alcune convinzioni disfunzionali su di sè: non sono in grado, non sono all'altezza, non dovrei essere timido etc
- circoli viziosi psicologici specifici tra cui ad esempio: divento talmente attento all'ansia che provo nel momento in cui devo affrontare una prestazione in pubblico, che il solo sentire l'ansia mi spaventa al punto da far aumentare l'ansia;
- comportamenti protettivi di evitamento: evito le situazioni sociali che mi fanno sentire in ansia, in questo modo ottengo il vantaggio di non provare l'ansia con l'effetto negativo che l'ansia diventa una "bestia" indefinita, ovvero una paura ancora più grande

pertanto rispetto al tuo bisogno di rassicurazione relativamente all'esame che devi affrontare innanzitutto credo che non sarai l'unico a sentirti allarmato, in quanto un'esame indipendentemente da quale esso sia è una sfida per tutti. al limite se sei così preoccupato dell'eventuale atteggiamento critico degli altri prova ad osservarli, osserva se veramente sono così attenti e giudicanti nei tuoi confronti o di fronte ai tuoi eventuali errori. penso anche però che tu debba  accettare  di sbagliare e sdrammatizzare le conseguenze dei tuoi errori eventuali, perchè in fondo è solo sbagliando che si impara e questa è una regola che vale per tutti indistintamente. Evitando non si sbaglia mai ma non si cresce.

Rispetto al tuo quesito generale penso che una terapia per imparare a gestire l'ansia sociale non possa durare solo 5 incontri, sono troppo pochi per ottenere dei cambiamenti. al limite potresti valutare l'opportunità di una psicoterapia cognitivo comportamentale, che di fronte a difficoltà di questo tipo risulta essere piuttosto efficace e pratica.
Risposto il: 10 Luglio 2016