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Esperto Risponde

Buongiorno a tutti. la mia domanda e' la seguente:

BUONGIORNO A TUTTI. LA MIA DOMANDA E' LA SEGUENTE: MIO PADRE CIRCA UN ANNO FA HA AVUTO UN Ictus ISCHEMICO CON EMIPLEGIA DESTRA E AFASIA GLOBALE. A DISTANZA DI UN ANNO SI E' RIPRESO ABBASTANZA (motoriamente) A PARTE LA PAROLA CHE E' ANCORA IN TRATTAMENTO DI LOGOPEDIA. LA SUA Pressione arteriosa E' IN MEDIA 135/75, DIETA EQUILIBRATA, NO FUMO, ATTIVITA' FISICA NEL POSSIBILE. PRENDE TICLOPIDINA, ENAPREN E NORVASC LA MATTINA, GARDENALE, TORVAST E TICLOPIDINA LA SERA. LA MIA DOMANDA E' QUESTA: E' VERO CHE DOPO UN ICTUS LE PARETI DELLA Arteria DANNEGGIATA SONO "DELICATE" E C'E' IL RISCHIO DI EMORRAGIA?? ESISTONO IN COMMERCIO DEI NEUROPROTETTORI?? LA PRESSIONE ARTERIOSA GIUSTA (135/75) PROTEGGE DAL RISCHIO DI EMORRAGIA CEREBRALE?? E LA TICLOPIDINA PRESA DUE VOLTE AL DI' NON AUMENTA IL RISCHIO DI EMORRAGIA?? PERDONI LE MIE MOLTEPLICI DOMANDE!! VI RINGRAZIO MOLTO.
Risposta del medico
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Il modo migliore per evitare recidive di ictus e complicanze cerebrali ulteriori è quello di mantenere la pressione arteriosa nei limiti e di assumere la terapia antiaggregante piastrinica, cose che suo padre sta facendo. Il rischio di emorragia in sede di precedente ictus ischemico è più elevato nei primi mesi, poi si riduce progressivamente. Non esistono “neuroprotettori” che mettano al riparo dal rischio di recidive. La ticlopidina riduce il rischio di un nuovo ictus ischemico, la probabilità di emorragia è modesta. Nel caso di suo padre, la valutazione rischio/beneficio è nettamente a favore del trattamento.
Risposto il: 26 Gennaio 2006