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Esperto Risponde

condotta da tenere in caso di aumento aminotransferasi

Salve vorrei alcuni chiarimenti se possibile.Sono u ragazzo di 26 anni, faccio palestra da un anno con un allenamento diviso in 3 volte la settimanna più una volta la settimana partita di calcetto;tutto ciò ha dato i suoi frutti visto e considerato che da 61 kg sono passsato a 71kg. La mia alimentazione così come chi va in palestra era ricca di proteine (premetto che però mangiavo la carne rossa ogni 8/10 giorni);non ho mai preso integratoti di nessun genere insomma tutto naturale, non beve, non fumo, non prendo farmaci di nessun tipo.Facendo degli esami di routine avevo alcuni valori alterati:Got 70Gpt 200Gamma GT 59Dopo 3 settimane tutto nella norma tranne le GPT che sono 122Ho anche esegutio etg. epatica dove si evince una leggere steatosi di grado lieve;ho esegutio i markers tutti negativi.Per ora assumo le biotad 340 mg. Il mio medico curante mi ha detto di farlo per un mese e di non fare attività sportiva.Cosa può dirmi di più. Grazie.
Risposta del medico
Dr. Massimo De Luca
Dr. Massimo De Luca
Specialista in Gastroenterologia
L'aumento delle aminotransferasi che lei ha riscontrato può essere dovuto a svariate cause, tra cui anche la conseguenza di un eccessivo sforzo muscolare. Infatti le aminotransferasi (GOT e GPT) si trovano anche nel tessuto muscolare oltre che in quello del fegato. Tuttavia, nel caso in cui tale alterazione sia legata a sforzo muscolare, dovrebbe essere aumentata anche la CPK. Ciò si può verificare con un semplice esame sul sangue. Se la CPK risultasse normale, allora è molto improbabile che l'aumento delle aminotransferasi sia dovuto a sforzo muscolare. In questo secondo caso le consiglio di verificare prima di tutto se ci fossero fattori di rischio di danno epatico nel suo comportamento alimentare (assunzione di alcolici) e nelle sue abitudini di vita (assunzione di farmaci o sostanze chimiche). Infine dovrebbe controllare ogni mese le aminotransferasi per un periodo di 6 mesi per verificare se si tratta di un fenomeno occasionale ("passeggero") o persistente. Nel secondo caso è necessario poi rivolgersi allo specialista epatologo per valutare l'opportunità di un approfondimento diatgnostico eventualmente anche mediante biopsia epatica.
Risposto il: 24 Settembre 2009