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Esperto Risponde

Dolore tra stomaco e petto: sindrome di Roemheld?

Buonasera e complimenti per il servizio offerto. Ho 34 anni, 172 cm e 55 kg di peso e pressione arteriosa 115/70. Riassumo la mia esperienza, 4 anni fa dopo un accesso in pronto soccorso per un dolore forte tra stomaco e petto mi è stato eseguito un elettrocardiogramma e prelievo enzimi, tutto negativo. Eseguita gastroscopia con risultato: ernia iatale da scivolamento, cardias beante ed esofagite stadio I. I dolori non passano neppure con terapia antiacida e mi accompagnano dal risveglio fino a quando vado a letto irradiandosi talvolta alle ascelle, schiena e al braccio sinistro, tutto questo nel tempo mi ha causato parecchia ansia e paure su paure.
Eseguo rx torace ogni anno ma risultati sempre negativi nonostante fumi 15 sigarette al giorno (ahimè devo smettere). Credo di avere anche un morso profondo. Ho dolore ai lati e alla base del collo e sempre catarro granuloso nella saliva. Ho eseguito una ecografia tiroidea ma è sempre tutto negativo. Documentandomi ho letto che la sindrome di Roemheld accomuna la maggior parte dei miei sintomi. L'ansia e la paura per il cuore purtroppo nel corso di questi anni ha notevolmente cambiato la qualità della mia vita rendendomi ipocondriaco. È possibile che soffra di questa strana sindrome? Il mio medico curante continua a dirmi che i dolori sono intercostali e riflessi dell'esofagite ma il bruciore restrosternale e poco, il mio è percepito come dolore allo stomaco sotto lo sterno che si irradia verticalmente lungo lo sterno, leggermente spostato a sinistra. Quali altri esami potrei eseguire? Chiedo scusa per essermi dilungato ma, davvero, vorrei trovare un modo per far sparire questi fastidi che mi tormentano.

Risposta del medico
Dr. Marcello Picchio
Dr. Marcello Picchio
Specialista in Chirurgia generale e Gastroenterologia

In base ai sintomi e al referto endoscopico, mi sembra che si possa parlare nel suo caso di malattia da reflusso gastro-esofageo. In questo caso, se la terapia di soppresssione acida è stata eseguita correttamente è non ha dato benefici, occorre proseguire l'iter diagnostico. La pH-metria esofagea delle 24 ore può indirizzare sul tipo di refusso in modo da calibrare ulteriormente la terapia.

Risposto il: 16 Febbraio 2017