Cara Signora, l'uso di alcune molecole di cui si è riconosciuto un certo effetto non impedisce di sfruttarle le stesse molecole per ottenere altri effetti (è il concetto di "effetto secondario", da non confondere con "effetto indesiderato"). Da qualche decennio la ricerca sul dolore ha mostrato che le sostanze già in passato utilizzate per modulare il tono dell'umore hanno un ruolo potente nel modulare anche le informazioni nervose che conducono le sensazioni dolorifiche. Nel caso del Laroxyl, si è visto che a dosi molto ridotte rispetto a quelle utilizzate per curare le depressioni gravi, guarivano (temporaneamente) molti casi di mal di testa cronico. Per questo motivo ormai quasi tutti noi neurologi utilizziamo il Laroxyl nella cura delle cefalee, indipendentemente dal fatto che il paziente soffra di turbe depressive. Alle dosi utilizzate per lo scopo antidolorifico in genere gli effetti indesiderati connessi all'amitriptilina (Laroxyl) sono minimi o assenti, o comunque difficilmente tali da indurre la sospensione del farmaco, vista la sua potenza nel combattere il dolore cronico. Il farmaco non dà dipendenza, anche se va gestito sotto controllo e va governata una sua eventuale sospensione. E' chiaro che non è facile capire quando il farmaco va sospeso, perchè spesso la sospensione delle terapie induce la ripresa del dolore. Quest'ultimo fatto però è comune a tutte le malattie croniche, come le cefalee in genere e soprattutto le emicranie.
Saluti