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Esperto Risponde

Eventuale approfondimento

Spett.le redazione, Vi scrivo per esporVi il caso di mia madre, ed avere un Vs. consiglio al riguardo.
Il 31 gennaio di quest' anno, a causa della presenza di un piccolo calcolo nella colecisti, veniva operata di colecistectomia per via laparoscopica. Tuttavia durante l' intervento si sono verificate gravi complicanze.
Innanzitutto - mentre era già anestetizzata - ha manifestato uno shock anafilattico in seguito alla somministrazione dell' antibiotico endovena, il Cromezin, cosa che tuttavia i medici sono riusciti a controllare. In seguito però, quando ormai l' intervento laparoscopico era concluso e si apprestavano alla sutura, si sono accorti che interveniva un' ulteriore complicazione: si era verificata infatti un' emorragia interna, dovuta all' erronea recisione di due vasi sanguigni, uno mesenterico e l' altro periartico.
E' stato pertanto necessario intervenire d' urgenza in laparotomia per salvarle la vita, e dopo un paio di giorni in rianimazione, è stata considerata fuori pericolo e riportata in reparto; il 10 Febbraio veniva quindi dimessa.
Poichè però, quando l' abbiamo riportata a casa, abbiano notato che in lei persisteva una leggera febbre - 37,5 /37,8 - a cui in reparto non avevano tuttavia mai dato particolare peso, in occasione della visita per togliere i punti abbiamo esposto di nuovo il problema al chirurgo, che le ha prescritto alcune analisi: ecografia, raggi al torace, emocromo.
L' esame del sangue ha messo in rilievo valori del fegato, VES e proteina C reattiva assolutamente anomali:
ALT 215
AST 57
FOSFATASI ALCALINA 285
VES 59
PROTEINA C REATTIVA 24,5
Puntualizzo che mia madre si era fatta degli esami prima del ricovero, e tutti i valori erano nella norma.
Quando abbiamo esposto i risultati al chirurgo di turno, questi ha avanzato un dubbio che ci ha molto sorpresi ed inquietati, ovvero che essendole state infuse grosse quantità di sangue e plasma per reintegrare le perdite causate dall' emorragia avuta in corso di operazione, poteva anche aver contratto l' epatite. Ma è possibile che, se queste trasfusioni sono state fatte il 31 gennaio, esami effettuati il 16 febbraio possano già evidenziare un' infezione da epatite?
Il giorno dopo mia madre veniva sottoposta ad una visita internistica, e quindi di nuovo ricoverata.
Le sono state fatte una TAC e una nuova ecografia, ed entrambe risultavano negative, anche se evidenziavano una modesta presenza di liquido nelle anse intestinali.
Il chirurgo che l'ha operata ci ha detto pertanto che non ci dovevamo preoccupare, che l' ipotesi di un' epatite - avanzata dall' altro medico con cui avevamo parlato - non era da considerare e che i valori del fegato di mia madre erano giustificati dal travaso emorragico, e anche il liquido si sarebbe riassorbito col tempo.
Ovvero, essendoci stata una grossa emorragia, il fegato avrebbe assorbito un' enorme quantità di sangue che ora deve smaltire progressivamente.
Mia madre è stata così dimessa dopo un paio di giorni, mentre il nostro medico curante, anche lei propensa per la tesi del travaso emorragico, ci ha consigliato di tenere i valori epatici controllati e di farle fare periodici emocromo.
Pertanto, dopo quelli del 16 Febbraio, mia madre ha ripetuto le analisi il 28 Febbraio e questo è stato il risultato:
AST 30 UI/L ( 10 - 31 )
ALT 95 UI/L ( 9 - 36 )
GAMMAGLUTAMIL TRANSPEPTIDASI 140 UI/L ( 9 -39 )
FOSFATASI ALCALINA ( ALP ) 205 UI/L ( 42 - 98 )
VES 54 mm/h ( 2 -38 )
PROTEINA C REATTIVA 3.7 mg/L ( Fino a 5 )
Poi le ha ripetute di nuovo il 20 Marzo:
AST 42 UI/L ( 10 - 31 )
ALT 84 UI/L ( 9 - 36 )
GAMMAGLUTAMIL TRANSPEPTIDASI 91 UI/L ( 9 - 39 )
FOSFATSI ALCALINA ( ALP ) 226 UI/L ( 42 -98 )
VES 23 mm/h ( 2 - 38 )
PROTEINA C REATTIVA 1.7 mg/L ( Fino a 5 )
Faccio presente che i valori della bilirubina in tutti questi esami sono invece sempre stati nella norma.

A livello di disturbi fisici, durante il periodo post operatorio mia madre ha sempre fatto feci molli e giallognole, per circa un mese; ora lamenta invece una certa stitichezza, ed il colorito delle feci è marroncino. Le urine sono sempre state di colore giallo citrino.
Inoltre lamenta spesso un dolore al fianco destro, ragione per cui è stata sottosposta di recente ad una nuova ecografia, la quale ha messo in rilievo solo una cosa degna di nota:

"Tra le anse intestinali al fianco Dx si arrpezzano due aree anecogene di tipo liquido, la maggiore di circa 28 mm."

Sappiamo che anche la TAC a cui era stata sottoposta in ospedale, come già scritto sopra, aveva evidenziato la presenza di qualcosa di questo tipo, che ci era stato giustificato sempre come conseguenza del travaso emorragico e che in teoria dovrebbe riassorbirsi da solo. Purtroppo non possiamo riportare le parole precise dell' esito di quella TAC, in quanto siamo ancora in attesa della cartella clinica.

Sulla base dell' andamento degli esami del sangue e dell' ultima ecografia fatta, il nostro medico di base comunque sembra vedere un miglioramento e ci ha consigliato di sottoporre nostra madre a nuovi controlli tra circa un mese.

A questo punto ciò che noi vorremmo chiederVi è quanto segue:
l' ipotesi che i valori del fegato si siano così alterati a causa del travaso emorragico è veramente plausibile, sulla base del quadro clinico espostoVi? Le formazioni anecogene possono anch' esse davvero ricondursi a questa problematica? Potranno veramente riassorbirsi e non cagionare, nel tempo, ulteriori problemi?
Questa situazione ci ha veramente disorientati e messo nella confusione più totale...Speriamo in un Vs. gentile riscontro, cordiali saluti.
Ale.
Risposta del medico
Dr. Fegato.com
Dr. Fegato.com
Una emorragia se intensa può provocare un aumenti delle aminotransfderasi dovute a scrso apporto di sangue al fegato e quindi sofferenza di quest’ultimo. Tuttavia in questo caso la situazione dovrebbe ritornare alla norma una volta stabilizzata l’anemia. Se non ritornano nella norma entro un mese allora è necessario verificare altre ipotesi diagnostiche, tra cui anche una eventuale infezione virale epatitica. Da escludere tuttavia che il fattore scatenante dell’epatite virale possa essere attribuito all’intervento della fine di gennaio, essendo la comparsa delle alterazioni troppo precoce rispetto a quella data.
Risposto il: 06 Aprile 2007