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Esperto Risponde

Flutter atriale

Buongiorno, scrivo per mio padre al quale è stato "impiantato" un P.M. circa un mese fa per BAV III (il PM interviene se in battito scende sotto una certa soglia). Da pochi giorni gli è stato riscontrato un flutter trattato con digitale succesivamente con ablazione trascatetere. Questo intervento però non ha dato risultati e nonostante l'ablazione i sintomi persistono. Ora è in Terapia con Anticoagulante e fra un mese dovrà fare la cardioversione. La domanda che volevo porvi è se il protocollo che stiamo seguendo è corretto e quali possono essere stati i motivi per i quali l'ablazione non è riuscita. I medici che hanno eseguito l'intervento non mi hannosaputo dare una risposta precisa. Grazie. Roberto.
Risposta del medico
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Credo che l’iter che state seguendo sia corretto. Il flutter atriale è un’aritmia benigna, nel senso che è possibile convivere, ma è meglio fare alcuni tentativi di farla passare. Un metodo semplice è quello della cardioversione elettrica (che passa necessariamente attraverso un periodo di coagulazione congruo perché l’aritmia fa sì che una camera del cuore si muova in modo non regolare e in questa camera si potrebbero formare piccoli grumi di sangue che verrebbero mandati in giro con eventuale cardioversione; la scoalulazione serve allora a sciogliere tali eventuali grumi prima della cardioversione). La cardioversione elettrica serve per cercare di riportare la persona ad un ritmo normale; la cardioversione può quindi essere efficace o no in questo senso. Se è efficace, vuol dire che riporta la persona ad un ritmo normale, ma noi non siamo in grado di prevedere se la persona rimarrà in ritmo e per quanto tempo (variabile da minuti a anni a sempre!). L’ablazione è invece un intervento che vorrebbe essere risolutivo, cioè vorrebbe togliere la causa dell’aritmia. E per questo è un ottimo intervento. Purtroppo ancora oggi esiste una elevata percentuale di insuccesso.
Risposto il: 25 Luglio 2005