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Gentile dottore, vorrei sottoporle qualche quesito

Gentile Dottore, vorrei sottoporle qualche quesito in merito ad una situazione che mi tormenta da circa un mese e mezzo.Era il 07 giugno e mi trovavo al lavoro, improvvisamente un senso di mancamento, quasi stessi per svenire...Ho subito pensato ad un calo di pressione dovuto all'improvviso arrivo del caldo, vado in farmacia, la misuro ed è invece perfetta...Di lì e nei giorni a seguire, fino ad oggi:- spossatezza e sonnolenza acuta alternata a sprazzi di energia incontrollabile- testa ovattata e stordita, senso di confusione, difficoltà di concentrazione e giramenti di testa più pronunciati la mattina e che vanno attenuandosi la sera quando torno a casa dal lavoro, non insonnia ma, a volte, improvvisi risvegli notturni - ho avuto per un periodo inappetenza e senzo di fastidio per gli odori (fortunatamente questo sintomo è passato), vado di corsa al bagno la mattina, con qualche colichetta, mentre prima ero stitica- debolezza e formicolii agli arti ed a volte sensazione di irrigidimento (fastidio questo che è durato solo una settimana)- terrore che mi stia per succedere qualcosa di veramente brutto, a volte (anche se raramente) tachicardia e sudarella alle mani ed ai piedi- il malessere del momento è che a volte mi sembra mi tremi il mentoNon sono immune da attacchi di panico, periodi di ansia generalizzata ed ipocondria ma questa volta se la testa mi stà facendo un altro scherzetto è sicuramente il peggiore che mi abbia mai fatto!Sono già corsa al pronto soccorso : analisi del sangue, elettrocardiogramma e pressione tutto nella norma, il referto : paziente in evidente stato ansioso depressivo (confermato anche da una psichiatra e da un neurologo dai quali mi sono recata nei giorni a seguire). Che sono stressata è vero, ho un bimbo di quindici mesi che mi impegna moltissimo e lavoro fino alle otto di sera, ho la casa a cui pensare e vado sempre di corsa. Sono anche disposta a curarmi con i farmaci che mi hanno prescritto (anche se in passato ce l'ho fatta a venirne fuori con la sola forza di volontà), ma io continuo ad avere il terrore di avere un brutto male (al cervello) e di imputare erroneamente tutti questi sintomi al mio presunto disagio psicologico.Il neurologo, dopo avermi visitato, mi ha detto che non ci sono le condizioni obiettive per potermi prescrivere una tac o una risonanza magnetica, tuttalpiù se voglio posso fare un elettroencefalogramma (tremo solo al pensiero!!!). lei cosa mi consiglia di fare? A volte penso di farmi ricoverare per un ceck up completo ed altre volte tremo alla sola idea....La ringrazio anticipatamente...
Risposta del medico
Dr. Massimo Barrella
Dr. Massimo Barrella
Specialista in Neurologia
Gentile Signora, Le posso assicurare che nessuno dei sintomi che mi ha narrato è riconducibile alla presenza di una malattia del sistema nervoso. Purtroppo nella vita di "civili urbani e moderni occidentali"siamo sottoposti a pressioni ambientali che farebbero stramazzare al suolo qualunque essere vivente non "abituato". Tralasci pure qualsiasi esame, compreso l'elettroencefalogramma: non c'è bisogno di guardare attraverso il buco della serratura ciò che è palesemente davanti ai nostri occhi. Come Lei vedo decine di pazienti al giorno, soprattutto donne della Sua età. Non è una formula riduttiva dire che si è "malati di stress"; non è un modo di liquidare il paziente attribuendogli sottilmente la patente del "rompiballe ipocondriaco". Lo stress c'è davvero, il malessere pure, solo che la medicina classica, accademica, cerca le malattie sotto forma di evidenza materiale: sei malato solo se ti si vede la macchiolina alla RM o se nel tracciato ECG si vedono i segni dell'ischemia.il problema è che una vera terapia dovrebbe passare attraverso lo sconvolgimento della nostra vita di relazione, una vera e propria rivoluzione: mandare a quel paese il lavoro, i figli, la casa, gli uomini e le loro madri, zii e parenti, amici e nemici. Guarire dovrebbe passare attraverso la drastica sovversione dell'ordine costituito, di tutto il nostro ambiente sociale. Chi soffre di stress pone al resto della società un'accusa deflagrante: la sua sofferenza è il frutto di tutte le contraddizioni che ci siamo imposti come specie umana. Capisce bene allora perché la sofferenza del paziente stressato viene ridimensionata, talvolta quasi derisa, comunque tendenzialmente osteggiata e rimossa, soprattutto dal personale sanitario. Chi avrebbe il coraggio oggi di prendere le parti del fannullone, del vagabondo, di colui che non prende niente sul serio e vive alla giornata? Chi non è ancora malato di stress si vanta di flagellarsi davanti alla retorica del lavoro, della puntualità, della famiglia operosa e onnipresente. Prima che come medico ho imparato a riflettere da biologo e fisiologo: le assicuro che non esiste una specie vivente più stupidamente autodistruttiva della nostra. Sul piano pratico, che dirLe? Lo so che non farebbe mai male a nessuno, che non abbandonerebbe mai il suo lavoro nè tanto meno i suoi figli. Cerchi almeno, se è possibile, di trovarsi degli spazi Suoi, intimi, privati e pieni di godimenti. Rifugga dai sensi di colpa, pensi sempre che fare del bene a se stessi è l'unico presupposto per riuscire a far bene anche agli altri. Cordiali saluti.
Risposto il: 23 Luglio 2010