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Esperto Risponde

Ho 43 anni sono sposata e ho due figli. nel 1994

Ho 43 anni sono sposata e ho due figli. Nel 1994 mi e stato esportato sotto la mammella sinistra di un dermofibrosarcoma protuberans. Prima dell'intervento sembrava una semplice cisti così che l'intervento è stato fatto con anestesia locale e molto probabilmente come diceva la risposta istologica si riservava l'escissione totale del fibrosarcoma. Molto preoccupata della risposta istologica ho consultato vari dottori i quali alcuni mi hanno consigliato di ripulire la zona operata altri di dare fiducia ai medici che avevano fatto l'intervento. Da allora fino al 2004 dopo 10 anni avevo fatto controlli ecografici ma rivedendo bene la cicatrice un pò ingrossata gli oncologi decino di riaprire e ripulire. Per la seconda volta si trattava di una recidiva. Così ho ricominciato a fare di nuovo ecografie con tac del torace. Con ansia e molta preoccupazione guardo sempre dove è stato prelevato questo tipo di tumore e vedendo nel marzo 2007 un piccolissimo cambiamento di colore della cicatrice mi sono recata in ospedale dove con un semplice taglietto per la terza volta il chirurgo mi ha esportato alcune cellule microscopiche del tumore. Ma non finisce quì ha dicembre vedendo lo stesso un picolissimo cambiamento della cicatrice per la quarta volta il chirurgo ritaglia e la risposta sempre positiva e cioè cellule del fibrosarcoma protuberans. Penso in questi giorni di essere veramente preoccupata perchè mi chiedo a questo punto se sarà necessaria una terapia per fermare questa recitiva. I controlli fatti finora in altre parti del corpo sono Ok. il giorno 18 febbraio 2008 avrò l'incontro con gli oncologi che finora mi hanno seguito . Vorrei avere da voi un vostro parere ma sopratutto sapere se ci sono stati casi come il mio. Grazie per la vostra gentile attenzione.
Risposta del medico
Dr. Giovanni Cavallo
Dr. Giovanni Cavallo
Cara signora, il dermatofibrosarcoma protuberans è una neoplasia piuttosto rara che prende origine dai fibrobalsti del derma. Può svilupparsi nella mammella, come in altre sedi del corpo e, bene saprà, ha una forte tendenza alla recidivare locale: fortunatamente solo in rari casi produce delle localizzazioni a distanza (per esempio nei polmoni o nel fegato). E' per questo motivo che la chirurgia spesso rappresenta adeguatamente l'unico trattamento, purchè eseguita nel rispetto di ampi magini di resezione (almeno 2-4 cm lontani dalla neoplasia). D'altra parte, nonostante questo accorgimento, la recidiva locale non solo è possibile ma anche frequente. Ecco perchè nel suo caso, in cui questa eveninenza si è più volte ripetuta, anche in presenza si margini liberi dopo l'ultima chirurgia, considererei l'aggiunta della radioterapia a fasci esterni. Se invece ci fosse prossimità della neoplasia ai margini di resezione valuterei in prima ipotesi una chirurgica "generosa", qualora necessario inclusiva di tecniche di chirurgia plastica, e solo dopo eventualmente anche la radioterapia. E' superfluo specificare che prima di qualsiasi trattamento sarebbe consigliabile escludere localizzazioni a distanza con gli esami radiologici (ecografia epatica, Rx torace ed in caso di dubbio TAC...). In assenza di malattia a distanza, l'utilizzo dell'"imatibinib mesilato" non è indicato. Questo farmaco andrebbe invece utilizzato in caso di diffusione per via ematogena della neoplasia, e comunque solo dopo aver indagato con analisi citogenetica la Traslocazione 17,22 nel tessuto neoplastico (queste indicazioni sono contenute anche nelle linee guida NCCN del 2008).
Risposto il: 04 Febbraio 2008