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Esperto Risponde

Il primo dicembre 2006, mia sorella, di anni 53,

Il primo dicembre 2006, mia sorella, di anni 53, è stata operata al fegato per rimuovere un carcinoma (tre lesioni). Sfortunatamente a metà gennaio 2007, sono apparsi altri tre noduli che, agli inizi di febbraio, sono stati trattati con l’ittrio 90. Dopo una quindicina di giorni ha cominciati ad avere problemi di stomaco con nausea e vomito che in breve tempo sono diventati fattori costanti. L’endoscopia ha rivelato un ispessimento della parete dello stomaco e dell’area pilorica con la presenza estese ulcerazioni e di una sub-occlusione proprio a livello dell’antro pilorico. In breve non ha potuto più alimentarsi con vomito ogni tre-quattro ore per assenza totale di peristalsi. E’ stata ricoverata in ospedale per circa quaranta giorni con alimentazione parenterale attraverso la giugulare, con somministrazione di omeprazolo, fino a 4 fiale di 40mg/die, e gastrogel. Poiché non si riscontravano miglioramenti, i medici proponevano un intervento chirurgico che in quelle condizioni, con i tessuti dello stomaco infiammati e ulcerate, si presentava estremamente rischiosa. Una terapia con cortisonici praticata per una settimana scongiurava l’interveto chirurgico facendo ritornare una certa attività peristaltica. A quel punto sembrava che finalmente si fosse avviata una fase di guarigione anche perché poteva assumere piccole quantità di liquidi e di cibo. Purtroppo però, le ulceri, a distanza di circa 5 mesi sono ancora lì e non sembrano regredire. In più si è formata una profonda ulcerazione che interessa l’anello pilorico e si associa ad edema duodenale. Il vomito si presenta una o due volte al giorno e da qualche tempo i dolori sono molto forti.
Ha perso più di venti chili (pesa 44 kg) e, attualmente, sta facendo delle flebo per integrare le piccolissime quantità di alimenti che riesce ad assumere.
Aggiungo che finora tutte le analisi hanno escluso che le ulceri siano di natura neoplastica o dovute alla presenza di E. pylori.
Le domande:
sono queste ulceri derivanti dal trattamento con ittrio così difficili da curare? Le terapie ricevute finora sono state corrette? E’ possibile fare qualcosa anche per ridurre lo stato infiammatorio dei tessuti ? Vista la situazione, è la chirurgia l’unica risorsa o è possibile tentare qualche altra strada? C’è qualche Centro nel quale hanno esperienza con questa patologia?
Purtroppo, nell’ospedale dove hanno effettuato il trattamento con l’ittrio 90 sembra che quello di mia sorella sia stato il primo caso del genere e quindi non hanno esperienza al riguardo.
Ringrazio per l’attenzione.
Cordiali saluti
Risposta del medico
SANDRO GIROTTO
SANDRO GIROTTO
Prima del trattamento con Ittrio 90 si effettua normalmente uno studio angiografico per escludere shunts arteriosi pericolosi, sia a livello addominale che polmonare; il quadro clinico è, invece, sospetto per una progressione locale dela malattia, anche se non documentata istologicamente; suggerirei l’ipotesi chirurgica.
Risposto il: 27 Agosto 2007