La valutazione della sospensione della terapia con interferone e ribavirina, per quanto legata a linee guida internazionalmente accettate, è tuttavia appannaggio sempre del medico che segue il paziente. Infatti solo quest’ultimo può mettere in atto una valutazione globale della situazione, comprendente non solo gli effetti indesiderati e le previsioni di riuscita della terapia, ma anche le condizioni cliniche del paziente stesso. In linea generale, comunque, si considera inutile far proseguire la terapia ad un paziente che dopo 3 mesi dall’inizio della terapia non abbia ottenuto una diminuzione significativa della quantità di carica virale. In termini tecnici: una riduzione di almeno due logaritmi rispetto al valore basale. E’ possibile quindi che questo sia il caso di sua madre e che abbia indotto alla sospensione giustificata della terapia.