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Esperto Risponde

Pressione tempie e orecchie

Salve a tutti, vi scrivo perché non so più a chi rivolgermi per risolvere il mio problema. Tutto è iniziato ad agosto, quando dopo aver assunto la pillola anticoncezionale effiprev, al quarto giorno di assunzione di questa, ho iniziato ad accusare dolori forti alla testa, con pressione alle tempie e alle orecchie. Al quarto giorno quindi decisi di staccarla. Ma da allora i sintomi sono peggiorati. Non prendendo in considerazione che potesse essere questa la causa (anche perché mai ho sentito di questi effetti) ho iniziato un percorso finendo prima in ospedale con esami vari, sangue, tac (che non rileva nulla). Vado da un otorino che mi prescrive un farmaco, il cinazyn per le vertigini che accuso e mi trova una disfunzione tubarica. Non trovandomi con quel farmaco, in quanto penso sia abbastanza forte e non avendo miglioramenti, vado da un altro otorino, che mi prescrive una radiografia al rachide cervicale, da questa risultano dei processi spinosi bifidi a carico di C4 e C5. Ma i sintomi peggiorano. Mi sento svenire, come se non arrivasse aria al cervello, ogni tanto le orecchie si tappano, ho fastidi alle orecchie, non sopporto i rumori. In più sento click provenienti probabilmente dalla mandibola. Vado anche dal dentista che mi fa un bite in quanto stringo i denti, sia di giorno che di notte. Ma non risolvo. Ad oggi sono passati 3 mesi, io continuo ad avere tutti i fastidi, mi sono rivolta adesso ad uno gnatologo per possibile ATM. Ad oggi ho dolori muscolari ovunque, mal di testa continuo, pressione alle orecchie e a volte difficoltà ad inghiottire. Sono disperata e vorrei capire cosa sta accadendo al mio corpo. Ho cercato di mantenere la calma, ma adesso inizio a preoccuparmi e a pensare a cose gravi. Potete consigliarmi uno specialista? È possibile che sia la pillola anticoncezionale la causa di tutto questo? (mi riferisco soprattutto alla pressione alle tempie e alle orecchie) se così dovesse essere, a chi devo rivolgermi? Vi ringrazio per l'attenzione e spero di avere un vostro riscontro.
Risposta del medico
Specialista in Chirurgia odontostomatologica
Gentiloe Paziente, probabilmente lei presenta una disfunzione tubarica, cioè di un cattivo funzionamento di quel tubicino (la tromba o tuba di Eustachio) che mette in comunicazione il retrobocca con l’orecchio medio, e serve ad aerarlo, a drenare il catarro che si forma e a compensare eventuali sbalzi di pressione fra le due superfici del timpano. All’interno della tuba può ristagnare del muco. Il funzionamento della tuba è stimolato dai movimenti del condilo mandibolare e dai muscoli coinvolti nella deglutizione: in presenza di muco si percepiscono a volte dei rumorini dovuti alla mobilizzazione del muco stesso. Molto spesso il cattivo funzionamento della tuba è legato a sua volta ad una disfunzione dell’Articolazione Temporo Mandibolare. Come sopra accennato, il funzionamento della tuba è stimolato dai movimenti del condilo mandibolare e dai muscoli coinvolti nella deglutizione: infatti , quando sentiamo questo "tappamento", solitamente cerchiamo di muovere la mandibola o deglutire, il che, in un orecchio normale, favorisce lo "stappamento" , che é in realtà un ripristino della pervietà tubarica e un compenso delle diverse pressioni sulle due superfici del timpano. Quando invece, come mi pare di capire nel suo caso, questo non accade, o accade con difficoltà, (disfunzione tubarica) a volte siamo di fronte ad un conflitto che si instaura fra la tuba e il condilo della mandibola, che può essere dovuto a sua volta alla malocclusione dentaria con malplosizione mandibolare: in pratica, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino, all'interno della cassa timpanica, dell'equilibrio pressorio alterato ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e quindi alla spiacevole sensazione che lei lamenta. Anche se una Cefalea non risponde alla terapia specifica disposta dagli specialisti, sarebbe bene prendere in considerazione questa ipotesi, quantomeno per escludere questa possibile componente patogenetica. Infatti, sia in funzioni normali (deglutizione, masticazione) che patologiche (digrignamento, serramento) la mandibola, trascinata dai muscoli elevatori, ha la tendenza ad avvicinarsi alla mascella facendo perno sul condilo e fermandosi solo quando le arcate dentarie antagoniste entrano in contatto fra loro. Ma se questo contatto avviene per qualunque ragione (scheletrica, dentale, iatrogena, ecc.) in una posizione scorretta (morso profondo, deviato, retruso) ecco che, per un periodo di ore/giorno incredibilmente alto, indipendentemente dalla volontà o dallo stato di sonno o veglia, i muscoli masticatori risultano contratti, e predispongono all'insorgenza della cefalea. Inoltre, qualunque postura scorretta della mandibola dovuta alla malocclusione dentaria induce necessariamente atteggiamenti compensatori a livello della colonna cervicale: di qui un’altra possibilità di influire sulla patogenesi della cefalea, che per questo viene chiamata “cervicogenica". Trova ulteriori notizie su questo argomento visitando il mio sito internet ( trova l’indirizzo nel mio profilo), alla pagine “Patologie trattate” – “patologie dell’Orecchio” e “cefalea”. Le consiglio pertanto di farsi visitare anche da un dentista-gnatologo che si occupi abitualmente di problemi dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM), di cefalea e dei rapporti fra ATM e orecchio. Se crede, può richiedere un appuntamento presso il mio studio a lei più vicino (Roma, Parma o Vicenza). Cordiali saluti ed auguri
Risposto il: 27 Novembre 2018