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Esperto Risponde

Qualche consiglio?

Sono stato affetto da Microcitoma polmonare trattato con chemio-radioterapia nel 1993. Da allora soffro per BPCO a causa della mancata funzionalita' del polmone destro. Episodicamente ho riacutizzazioni bronchiali che in passato si presentavano con tosse violenta e prolungata tanto da produrmi lussazioni alle costole. Nel 2004 a causa di un B.A.V., preceduto da uno svenimento per sincope, mi venne impiantato il Pacemaker. In precedenza avevo avuto altri due mancamenti e solo uno a segiuoto di tosse violenta ma allora mi dissero che si era trattato di momentanea assenza di ossigeno al cervello. Ultimamente, circa due mesi fa, ho avuto un'altra riacutizzazione bronchiale che mi ha costretto a cambiare il solito "Klacid 500" con "Aumentin da 1 g." per mancato effetto del primo. Dopo la prima settimana di espettorato che dal marroncino rotorno'bianco trasparente, i colpi di tosse diventarono improduttivi, piu' violenti e secchi. Durante un attacco, da seduto nei pressi del tavolo, mi ritrovo per terra senza sapere come ci sono finito. Mi sono rialzato, senza conseguenze. In una settimana, mi sono ritrovato a terra per ben due volte ed una di queste, cadendo mi sono rotto la testa producendomi un graffio piu' che una ferita ma che, forse a causa dell'antiaggregante che prendo, mi e' sgorgato parecchio sangue in confronto all'esiguita' della ferita che al pronto soccorso non hanno nemmeno ritenuto di suturare. A seguito di cio' appena sentivo arrivare la tosse, mi sedevo, quasi abbracciandomi il tavolo ( visto che sul divano non sono mai riuscito a stare comodo), ed i colpi di tosse violenta si concludevano lasciandomi con gli arti tremanti o molli o con movimenti incontrollati e questo da 6 a 12 volte al giorno. Il responso del Medico curante e del Pneumologo e' stato unanime nel diagnosticare la momentanea assenza di ossigeno al cervello, a causa della tosse. Pero' mentre il Medico curante mi prescriveva mucolitici orali e via inalatoria, il Pneumologo mi toglieva entrambi e mi esortava a stare calmo e monitorare la tosse che si sarebbe calmata da li a poco. Io, esplorando su internet in questa pagina - http://www.personalweb.unito.it/carlo.albera/m2approccio/anamnesiprox.html#tosse - dell'Universita' degli studi di Torino, ho scoperto che nel mio caso la tosse secca che provoca svenimenti, si chiama Ictus Laringeo e l'unico intervento da fare e' sedare la tosse. Tra le sostanze adatte allo scopo, c'e' la Codeina. Chiesto il parere del Pneumologo mi consigliava di attendere ancora qualche giorno ma poi, se volevo, potevo anche assumere la codeina (Coefferagan). Ho soprasseduto qualche giorno perche' avevo visto un leggero miglioramento ma era mia intenzione fare qualcos'altro oltre che attendere. Mi viene fatto conoscere il medicamento Omeopatico "Husteel" gocce che inizio ad assumere il 13 luglio 2007. La tosse e' diminuita gia' al terzo giorno e da due giorno non ho tosse. Adesso so cosa fare se dovesse ricapitarmi. Ma la mia preoccupazione, adesso, e' questa. Perchè la tosse secca mi procura questi momenti di mancata ossigenazione? Non c'è modo di curare la causa preventivamente? D'ora in poi, mi dovro' preoccupare per ogni colpo di tosse? Significa che pur facendolo gia' poco, non potro' nemmeno fare una passeggiata ne da solo ne in compagnia. Qualche consiglio? Grazie.
Risposta del medico
Raffaella Raio
Raffaella Raio
Nonostante la sua lunga descrizione del caso, non ho modo di darle una risposta certa alle sue domande. Posso chiarire però alcuni aspetti generali del problema. Quando si tossisce, specialmente se il sintomo si sviluppa in un torace che ha subito quanto da lei riferito, la pressione intratoracica aumenta anche notevolmente. La tosse, infatti, serve a far fuoriuscire rapidamente dalle vie aeree l'aria in essa contenuta. L'utilità è quella di far fuoriuscire anche il contenuto non aereo dei bronchi (il muco). Un'altro elemento, però, sfugge via dal torace in corso di tosse e questo è il sangue che, regolarmente, entra ed esce dal torace al ritmo dell'attività cardiaca. Non è semplice comprendere le dinamiche che coinvolgono due pompe (il torace ed il cuore) che agiscono contemporaneamente l'ultimo all'interno del primo. Quello che è possibile dire è che la tosse, lasciata a se stante e non controllata, può far giungere un paziente, con episodi di blocco atrio-ventricolare, a collateralità sgradevoli come quelle riferite.
Risposto il: 19 Luglio 2007