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Salve. in caso di endocardite sub-acuta e dei 3

Salve. In caso di Endocardite sub-acuta e dei 3 risultati di emocoltura negativi, viene prescritto un Antimicrobico in base ad una valutazione del caso? Poi per controllare se l'antibiotico funziona o no cosa viene fatto? Grazie, FDM.
Risposta del medico
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L’endocardite infettiva è una malattia tuttora gravata da alta mortalità e morbilità. La presenza di una endocardite su protesi aumenta ulteriormente il rischio del paziente. La diagnosi si basa essenzialmente sulle emocolture (riscontro di germi all’interno del torrente circolatorio) e sulla dimostrazione delle lesioni provocate dall’infezione tramite ecocardiografia. Nel caso di endocardite su protesi, deve essere eseguita une ecocardiografia transesofagea, dato che l’approccio transtoracico è poco accurato in queste situazioni. Il fatto che la paziente non abbia avuto febbre, non è necessariamente un buon segno in quanto potrebbe essere legato ad ipoergia (cioè abbassamento delle difese da parte dell’ospite) oppure all’uso empirico di basse dosi di antibiotico (in genere assunto a domicilio) che abbassano la carica batterica, facendo transitoriamente scomparire la febbre e provocando la negativizzazione delle emocolture, ma non sono in grado di debellare l’infezione. La terapia si basa inizialmente sulla somministrazione di alte dosi di antibiotico in vena. Nel caso il germe non sia stato isolato, si procede in genere con una terapia empirica ad ampio spettro (in genere l’associazione di due diversi tipi di antibiotico). Il risultato della terapia si valuta sul miglioramento delle condizioni generali della paziente, dei parametri di laboratorio ed ecocardiografici. Per vedere se la cura abbia funzionato dopo un adeguato periodo (in genere non inferiore a sei settimane), si sospende l’antibiotico e si controllano a distanza emocolture e indici laboratoristici di infiammazione. Tuttavia se l’infezione interessa una protesi meccanica, è improbabile che la terapia medica sia in grado di spegnere il processo infettivo. E’ quindi spesso necessario reintervenire, sostituendo la protesi infetta. I tempi dell’intervento dipendono dalla presenza di condizioni a rischio (ascessi periprotesici, fistole, distacco parziale della protesi, malfunzionamento delle protesi con scompenso cardiaco), che indicano un intervento in tempi brevi. La valvola può essere sostituita con un’altra protesi meccanica, oppure possono essere usati gli omoinnesti (valvola aortica + Ia porzione dell’aorta ascendente, espiantati da cadaveri umani e criopreservati). In caso di endocardite aortica gli omoinnesti presentano degli indubbi vantaggi rispetto alle protesi tradizionali (migliore adattabilità alla nuova anatomia, minor rischio di reinfezioni, migliore performance emodinamica), anche se sono gravati (analogamente alle bioprotesi) dalla possibilità di degenerazione del condotto nel corso degli anni.
Risposto il: 12 Maggio 2004