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Scrivo da modena, per conto di mia moglie, 55

Scrivo da Modena, per conto di mia moglie, 55 anni, in menopausa da circa un anno, ed è appunto da quella data che ha cominciato a lamentare notevoli disturbi fisici invalidanti: stanchezza, difficoltà a fare le scale, a camminare, dolore sternale, dispnea ricorrente con tosse. Curata all'inizio per asma, avendo ereditarietà in famiglia, la madre, con broncodilatatori (SYMBICORT), senza risultati apparenti. Ci siamo rivolti al cardilogo appunto per quel "dolorino in mezzo al petto" che compariva sempre quando era in difficoltà respiratoria: Nel mezzo di una prova da sforzo - il cardiologo sospettava un'angina - ha avuto un inaspettato episodio di ischemia sub-epicardica anteriore con ricovero immediato e d’urgenza presso l’U.O. di cardiologia di Sassuolo con la seguente diagnosi: “Sospetta angina vasospastica - coronarie indenni -) è stata dimessa 15 giorni dopo con la seguente terapia: Diltiazem 2x3, Lansoprazolo x1, L-tiroxina sodica x1, Cardirene x1 da seguire per sempre (tutta la vita). Un cardiologo dello staff del primario, invece, ha suggerito che sarebbe stato opportuno verificare, dopo aver ridotto gradualmente fino alla sospensione completa la terapia, tramite un’ulteriore prova da sforzo, iperventilazione ecc. se si fosse trattato di un episodio sporadico dovuto ai broncodilatatori che assumeva per l’asma e/o a menopausa in atto, oppure se si era davvero in presenza di una patologia instauratasi definitivamente e da curare per tutta la vita. Dopo una lieve diminuzione della posologia, mia moglie è andata in panico per l’aumentare, secondo il suo sentire, del dolore al petto, segnale di un’ischemia in arrivo, (troppo pericoloso!) per cui non se n’è fatto più nulla. Attualmente continua a seguire la terapia completa indicata alla sua dimissione ormai da due anni e questo la mette al riparo dall’ansia quotidiana di un infarto incombente ma vivendo così una vita a metà, proibendosi ogni più piccolo sforzo o emozione: “…sapete, io sono cardiopatica e non posso….” Ma le piacerebbe anche provare a smettere! Le mie domande sono: - Ci può essere remissione spontanea della malattia? - in presenza di tale patologia, è troppo rischioso sospendere la terapia e ripetere la prova da sforzo? - Mi potete indicare un Centro di eccellenza dove si occupino della patologia di cui sopra? Grazie. GuerraAgostino
Risposta del medico
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poiché nel caso di sua moglie è stato accertato che le coronarie sono indenni, il rischio che la sua patologia evolva in eventi maggiori come l’infarto è basso . Continui la terapia, visto che è efficace . Continui a controllarsi presso il centro ove è in cura.
Risposto il: 25 Settembre 2007