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Esperto Risponde

Sonnolenza

Buongiorno Dottori, Vi scrivo riguardo un problema di sonnolenza che ho da anni. Mi sveglio la mattina e sono già stanca e questo sonno mi accompagna per l’arco di tutta la giornata. Ho escluso quasi tutte le cause tra cui anemia, vitamine, disturbi della tiroide, disturbi reumatici ecc. Ho fatto anche una RM encefalo qualche anno dopo i sintomi senza contrasto risultata negativa. L’unico valore alterato che ho avuto è quello dell’ADH, risultatante un bel po’ più alto del range di riferimento. Questo valore mi ha fatto pensare che io abbia avuto in precedenza un processo infettivo di qualsiasi tipo al cervello, all’ipotalamo, provocandomi danni a questa ghiandola e successiva sonnolenza. È possibile che abbia avuto un danno cerebrale(encefaliti, infiammazioni..) che non si sia visto alla risonanza( che poi ho fatto anni dopo il sintomo) ma che comunque mi abbia danneggiato il cervello provocandomi sonnolenza secondaria? Grazie per l’attenzione.

Risposta del medico
Specialista in Psichiatria

L'ipotesi che lei fa è generica e altamente improbabile. Le cause della sonnolenza diurna vanno spesso ricercate in un cattivo sonno notturno, spesso non percepito dal soggetto. Il metodo più affidabile è la polisonnografia. L'esame consiste nel montaggio serale di un apparecchio con sensori che registrano molti parametri del sonno, del respiro, dell'attività cardiaca e dei movimenti delle gambe, spesso causa di "microrisvegli". La nottata può essere trascorsa al proprio domicilio e l'apparecchio smontato e restituito per la lettura il giorno successivo. E' un esame non invasivo. Nel caso in cui la polisonnografia non dovesse evidenziare patologie, si potrà prendere in considerazione il test di latenza multipla del sonno (MSLT), che valuta alcuni parametri del sonno e dell'addormentamento, attraverso registrazioni elettroencefalografiche nelle ore diurne, in genere 4 o 5 a intervalli di due ore. L'esame valuta in particolare la latenza dell'addormentamento (il tempo che intercorre tra l'invito ad addormentarsi e l'addormentamento) e la latenza del sonno REM (il tempo tra l'inizio del sonno e l'inizio della fase REM). Questi parametri sono alterati in alcune patologie generalmente ben trattabili. Naturalmente prima di eseguire gli esami, è opportuna una valutazione di un neurologo esperto in medicina del sonno che potrà confermare le mie indicazioni. Saluti.

Risposto il: 12 Aprile 2021