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Spett.le dottore, sono un ragazzo di 25 anni e

Spett.le dottore, sono un ragazzo di 25 anni e ormai da diversi giorni continuo a soffrire di disturbi che, molti dei miei parenti, attribuiscono ad un forte stato ansioso. I sintomi sono i seguenti: continua fame d'aria, sensazione di blocco del respiro, difficoltà nel prendere sonno (soprattutto in quest'ultimo caso non appena credo di addormentarmi mi sveglio di soprassalto perchè assillato dal pensiero di non riuscire a respirare), Vertigini e talvolta capogiri, labilità della memoria e difficoltà nel tenere fermi gli arti. Premetto di essere stato da sempre un soggetto molto ansioso, ipocondriaco con il continuo terrore delle malattie, ma non sono un fumatore, nè un accanito consumatore di alcol e caffeina. Ultimamente mi reco spesso dal mio medico ma questa volta ho un leggero imbarazzo, perchè temo che mi possa dire che non ho nulla. Magari egli mi prescrive degli esami che danno esato negativo, sto bene qualche giorno e subito mi si presentano altri sintomi. Mi ritengo inoltre un soggetto particolarmente sensibile alle emozioni e allo Stress che il mio lavoro e la mia vita sociale mi provocano. Ultimamente poi, si sono verificati eventi luttuosi che mi hanno profondamente segnato. Un'altra paura che mi assilla è quella di sottopormi ad esami perchè temo possa risultare qualcosa che non va. Faccio pochissima attività fisica perchè temo che il mio Cuore non regga. Purtroppo questo mio malessere sta iniziando ad influenzare negativamente molti aspetti della mia vita sia sociale che lavorativa. Ora non so più cosa pensare. Ho davvero qualcosa all'apparato cardiocircolatorio o dovrei seriamente prendere in considerazione l'ipotesi della psicologia? Non vorrei si ripetesse il caso della famosa storiella del ragazzo che gridava "Al Lupo! Al Lupo!". Ringraziando anticipatamente invio cordiali saluti.
Risposta del medico
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I suoi sintomi così dettagliatamente ben descritti fanno ritenere 2 cose: 1) non riguardano l’apparato cardiovascolare. 2) sono fortemente suggestivi di somatizzazione di una sindrome ansiosa che merita adeguata attenzione. Si rivolga quindi al suo medico curante in modo da affrontare assieme tale problematica anche con l’eventuale supporto specialistico.
Risposto il: 22 Marzo 2006