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Esperto Risponde

Sport agonistico

Gentile dottore sono un'atleta agonista (corsa) da 20 anni; dopo 5 anni di terapie per il Tendine di Achille sono riuscita a rimettermi in pista. Non vogliono più rinnovarmi l'idoneità agonistica prima per delle "T" negative" rivelatesi poi "sporadiche modeste e non significative", poi per le pareti più spesse di 1 mm (consideri che corro da quando avevo 10 anni ed un po' il Cuore si sarà adattato) che si sgonfiano però se mi fermo per un periodo; infine per un "lieve Aneurisma del setto interatriale senza segni di Shunt" che mi hanno detto essere congenito (da notare che nessuno in famiglia ha mai avuto problemi di cuore e a 12/13 anni ho corso 10 Km al giorno in condizioni fisiche disastrose senza aver mai avuto nessun segno do problemi). La corsa per me è vitale e sembra che tutti siano interessati a farmi cominciare una fila di test che poi non approdano a nulla di definitivo (da un anno ormai) e nessuno si voglia prendere la responsabilità di tenermi magari sotto controllo ma non togliermi l'unica passione che ho.
Risposta del medico
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In Italia esiste una medicina dello sport molto sviluppata, che segue protocolli molto severi per l’idoneità allo sport agonistico. L’ipertrofia ventricolare sinistra è considerata una controindicazione allo sport agonistico. In effetti sport come la corsa di fondo possono aumentare l’ipertrofia e quindi danneggiare il cuore in modo poi non reversibile. Di fronte all’ipertrofia è quindi praticamente impossibile nel nostro Paese avere l’idoneità. Meno problematico l’aneurisma del setto interatriale, che è comunque patologia da tenere sotto controllo cardiologico.
Capisco la sua passione, perché è anche la mia: io a 31 anni ho smesso per via del tendine di Achille e mi sono accontentato di fare il podista solitario: mi creda, non è proprio male, se veramente per lei la corsa è una grande passione.
Risposto il: 17 Ottobre 2005