Sebbene non abbastanza circostanziate, le informazioni da lei fornite mi portano a ipotizzare una
condizione esistenziale disturbata da episodi ansiosi. Da un punto di vista clinico medico, sembra da escludere una condizione organica di sofferenza e trovo improntata al buon senso la posizione del suo medico. Quest'ultimo insiste (legittimamente) e conferma il suo parere prescrivendo una cura farmacologica.
Sembra che, dal suo punto di vista, abbia difficoltà ad accettare quella diagnosi chiedendosi: sono veramente sintomi da ansia? ... come non volesse accettare la sua condizione e, conseguentemente, farsi carico del suo problema.
Credo sia opportuno a questo punto - magari consultando un professionista esperto (psicologo e psicoterapeuta) - cercare da parte sua di dare
maggiore credibilità ai suoi sintomi, scoprire le cause (o le ragioni) alla base di essi, inquadrare meglio la sua attuale situazione esistenziale (stile di vita, relazioni familiari e sociali, relazione con se stesso, progetti per il futuro) e aprire delle prospettive di cambiamento utili per farla uscire dalla sua condizione ansiosa.