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Dieci anni di Legge 40: cosa è cambiato

Dieci anni di Legge 40: cosa è cambiato

Dal 2004 l'impianto originario della Legge 40, che regola la fecondazione assistita in Italia, è stato più volte modificato.

Proprio quest'anno la Legge 40 che regola la fecondazione assistita in Italia compie 10 anni. Un decennio di dibattiti e discussioni mai sopite, di viaggi della speranza all'estero, di cambiamenti anche strutturali che sono stati apportati al provvedimento legislativo iniziale.

L'ultima modifica davvero sostanziale poche settimane fa, con la decisione da parte della Consulta di dichiarare incostituzionale il divieto alla fecondazione eterologa (che prevede il ricorso ad un donatore di ovuli o Sperma esterno alla coppia).

All'inizio le disposizioni erano chiare ed estremamente ristrette. Questo l'impianto originario:

  • la fecondazione assistita è permessa soltanto quando si è in presenza di stato di infertilità accertato e certificato dal medico;
  • è vietata la fecondazione eterologa;
  • possono accedere alle tecniche di fecondazione assistita persone coniugate o coppie di fatto, di sesso diverso, maggiorenni ed in età fertile;
  • la coppia può cambiare idea finché l'ovulo non è stato fecondato;
  • vietata la sperimentazione sugli embrioni, il Congelamento a scopo di ricerca o di procreazione, la manipolazione e la selezione degli embrioni;
  • gli embrioni, nel numero massimo di tre, devono essere tutti impiantati in Utero ed è vietato l'aborto selettivo di gravidanze plurigemellari;
  • proibite le indagini pre-impianto: se una donna portatrice di anomalie genetiche avrà un bambino sano oppure malato potrà saperlo soltanto dopo il trasferimento in utero. Eventualmente potrà ricorrere ad aborto terapeutico;
  • all'embrione trasferito in utero vengono riconosciuti subito i diritti di un soggetto giuridico.

Dal 2004 alcuni cambiamenti apportati dalle istituzioni e dalla Consulta hanno di fatto modificato l'impianto originario della Legge 40. Nel 2008 venne eliminato il divieto alla diagnosi pre-impianto e venne aperta la possibilità di avere accesso alla PMA anche a uomini affetti da malattie trasmissibili.

L'anno successivo venne dichiarato incostituzionale l'obbligo a impiantare tre embrioni contemporaneamente e il divieto alla crio-conservazione: secondo la Consulta queste disposizioni violano il principio costituzionale - dall'articolo 3 – della donna ad avere pari diritti rispetto all'embrione.

Da allora il medico può decidere se impiantare tre embrioni oppure no e soprattutto quando farlo, avendo la possibilità di crio-conservarli, in funzione della tutela della salute della donna.

Ultimo aggiornamento: 09 Giugno 2015
2 minuti di lettura
Commento del medico
Dr.ssa Fiammetta Trallo
Dr.ssa Fiammetta Trallo
Specialista in Ginecologia e ostetricia

In Italia prima dell’introduzione della legge 40/2004 le donne con esaurimento ovarico precoce o dopo alcuni tentativi di stimolazione ovarica con relativo fallimento e gli uomini con assenza totale di spermatozoi, potevano ricorrere alla donazione di gameti (cellule uovo e spermatozoi).

Alcuni centri di PMA – Procreazione Medicalmente Assistita – utilizzavano il criterio di non usare il seme maschile dello stesso donatore per più di cinque volte e comunque di selezionare coppie residenti in aree geografiche diverse per fare in modo che i bambini nati avessero meno possibilità di entrare in contatto fra loro.

Il problema di fratelli e sorelle 'germani' esiste sin dagli albori dell’umanità ma quello che può essere preoccupante è che, una volta adulti, non conoscendo il legame comune di maternità o paternità potrebbero, incontrandosi, avere relazioni affettive e mettere al mondo bimbi per i quali aumenterebbe la possibilità di nascere con malattie genetiche determinate da mutazioni recessive. Infatti proprio per questa ragione sono vietati i matrimoni tra consanguinei.

Dopo l’entrata in vigore delle legge 40, oltre 2700 italiani all’anno hanno varcato i confini alla ricerca di paradisi procreativi e di trattamenti per la sterilità che nel nostro Paese non erano loro concessi. L’Osservatorio Turismo Procreativo ha più volte messo in evidenza il fenomeno della 'migrazione procreativa' e l’avvocatura si è ampiamente battuta sul diritto negato a queste coppie.

Ovviamente chi desidera un figlio, ma la cicogna non arriva, potrebbe avviare il lungo ed estenuante percorso dell’adozione, sempre ammesso che riesca ad arrivare fino in fondo. La sterilità può essere di coppia e quindi se entrambi gli aspiranti genitori non riescono a procreare la strada dell’adozione è l’unica percorribile. Se invece l’incapacità di procreare è solo per uno dei componenti della coppia il ricorso a tecniche di PMA eterologa dà ampie chances di successo. Il vero genitore è colui/colei che si impegna a voler bene per tutta la vita. Tutto il resto è secondario.

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