Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende
Uomini, donne e una diversa capacità di provare empatia

Uomini, donne e una diversa capacità di provare empatia

Gli uomini si commuovono molto meno delle donne. Uno studio rivela il perché, distinguendo i diversi gradi di empatia.

'Gli uomini veri non piangono', un luogo comune che si tramanda di generazione in generazione. Ma è proprio così? Quali sono i meccanismi psicologici che stimolano la commozione nelle donne e negli uomini?

Se lo sono chiesti alcuni ricercatori della Yale ed Harvard University che hanno arruolato 173 donne e 86 uomini ai quali è stato chiesto di compilare dei questionari dopo aver visto cinque film e piece teatrali molto commoventi.

Thalia Goldstein ed Ellen Winner hanno così scoperto che se un uomo non si commuove di fronte ad una scena altamente emozionante non è perché non prova sentimenti, ma semplicemente perché ha un diverso livello di empatia.

Insomma, le donne hanno una maggiore capacità innata di provare empatia, indipendentemente da quanto riescano a immedesimarsi nel personaggio del film o nella persona che hanno di fronte, al contrario degli uomini che hanno una scarsa capacità di empatia. Come spiegato sulla rivista EMPIRICAL Studies of the Arts l’empatia più autentica nasce dalla capacità di immedesimarsi nel prossimo, prescindendo dal proprio vissuto. Una caratteristica che appartiene di più all’universo femminile che a quello maschile.

Le studiose hanno classificato l’empatia in tre livelli: il primo è un tipo di empatia cognitiva che aiuta a comprendere le emozioni dell’interlocutore; il secondo livello è di natura emozionale e permette di sentire propri i sentimenti provati dal prossimo; il terzo livello invece è più uno stato di disagio personale e quindi fa sentire ciò che prova l’interlocutore solo perché si riesce ad immedesimarsi nel suo stesso disagio o vissuto.

I risultati dello studio confermano che gli uomini difficilmente provano l’empatia nei primi due livelli, mentre riescono ad essere empatici solo se possono immedesimarsi nell’altro, in questo caso nel personaggio del film o della rappresentazione teatrale. A quel punto riescono a commuoversi, perché rivedono nella scena sullo schermo un frammento del proprio vissuto o di un proprio, personale, Dolore.

Ultimo aggiornamento: 06 Giugno 2015
2 minuti di lettura
Commento del medico
Dr.ssa Simona D'Arcangeli
Dr.ssa Simona D'Arcangeli
Specialista in Psicologia e Psicoterapia

Gli studi condotti nel campo delle neuroscienze confermano una differenza di genere tra uomo e donna in riferimento al costrutto di empatia che si articola così in diverse 'forme'.

A parità di condizioni (essere per esempio di fronte ad una persona sofferente) uomini e donne si contraddistinguono per le loro reazioni. Nel cervello femminile vengono attivate zone che portano la donna a 'stare' e quindi a rimanere nelle emozioni. Nell’uomo il cervello si comporta in modo diverso: i sentimenti della scena sono percepiti per un momento, ma subito dopo sono coinvolte aree cerebrali deputate a risolvere e individuare, per esempio, ciò che sta creando il disturbo.

Il fatto che esistano forme diverse di empatia non ci suggerisce però l’idea che esistano livelli migliori o peggiori di essa. Infatti, i vantaggi e svantaggi che ambedue comportano descrivono curve differenti ma sovrapponibili. Credo che sia importante qui sottolineare il valore aggiunto che l’empatia ha per il genere umano in generale.

Empatia significa capacità di cogliere le diverse sfaccettature dei problemi complessi di oggi, che implicano altre competenze essenziali quali: la capacità di collaborare, di ascoltare e comprendere le idee diverse dalle nostre, condurre efficacemente un team o far parte di un team in modo altrettanto efficace.

Grazie all’empatia, narcisismo, materialismo, violenza, aggressione, perdono forza e si fanno spazio forme d’interazioni più complesse ed elaborate verso le quali il genere umano, per motivi diversi, sembra stia cercando di orientarsi.

Da più parti (nel mondo del lavoro, della scuola, della politica...) oramai si sente il bisogno di un 'nuovo risorgimento' (flourishing per la psicologia positiva americana). L’empatia ha reso possibile fenomeni come la mobilitazione globale per il terremoto di Haiti, gli 'angeli del fango' dell’inondazione in Liguria, le azioni messe in campo da tutta la popolazione italiana per salvare le aziende colpite dal terremoto in Emilia.

Alcune nuove forme di economie che si stanno diffondendo in modo esponenziale sono su base empatica: il consumo collaborativo per fare un esempio. Chiediamoci: se la forza dell’empatia ha reso possibile tutto ciò, cosa potrebbe fare questa grande forza in termini di 'cambiamento'?

L’hai trovato utile?

Condividi

Iscriviti alla newsletter di Paginemediche
Unisciti ad una community di oltre 50mila persone per ricevere sconti esclusivi e consigli di salute dai nostri esperti.
Ho letto l'Informativa sulla Privacy e acconsento al trattamento dei miei dati personali