Base di partenza scientifica
Il cuore è capace di riorganizzare la propria struttura in risposta allo Stress emodinamico, come il sovraccarico pressorio cronico che si osserva in condizioni di stabile aumento dei valori di pressione arteriosa. In base alla natura dello stimolo fisiopatologico, il rimodellamento strutturale del miocardio può assumere aspetti, forme e dimensioni diverse conducendo allo sviluppo dell'ipertrofia concentrica, eccentrica o dilatativa. Infatti, mentre l'ipertrofia ventricolare sinistra può essere considerata, almeno all'inizio, un meccanismo adattativo per ridurre lo stress parietale, attraverso un aumento di spessore delle pareti ventricolari, il persistere di questa condizione potrebbe essere considerata il primo passo verso quel patologico processo di rimodellamento cardiaco, che conduce progressivamente allo sviluppo dell'insufficienza cardiaca (Chien KR, 1999). I meccanismi molecolari che inizialmente innescano e successivamente sostengono questo processo di riorganizzazione morfo-volumetrica e strutturale del ventricolo sinistro non sono ancora completamente chiariti. In particolare, gli stimoli in grado di evocare una risposta cardiaca di tipo ipertrofico possono essere meccanici (Condorelli G et al., 1999) o neurormonali (Oparil S., 1985). Mentre, i meccanismi con cui i sistemi neurormonali innescano il processo ipertrofico sono stati largamente studiati e caratterizzati, i meccanismi con cui le cellule cardiache percepiscono lo stimolo meccanico e innescano la segnalazione intracellulare che conduce all'attivazione del programma di rimodellamento ipertrofico sono ancora poco conosciuti. Sia i cardiomiociti che le cellule non muscolari sono in grado di sentire il carico Emodinamico. Segnali di crescita sono poi generati dal rilascio di fattori di crescita e citochine che sono in grado di attuare il rimodellamento ipertrofico ventricolare. I fattori che sono stati implicati nella risposta ipertrofica includono peptidi che stimolano recettori accoppiati alle proteine G (endotelina 1) (Shubeita HE et al, 1990 e Yamazaki T et al, 1996), l'angiotensina II (Sadoshima J et al, 1993 e 1996), interleukin-6-related cytokines (cardiotrophin 1) (Wollert KC et al, 1996 e Sheng Z et al, 1997), e e fattori di crescita che attivano recettori tirosino-chinasici (insulin-like growth factor I) (Ito H et al, 1993 e Duerr RL et al, 1995).I risultati di recenti ricerche suggeriscono che le integrine, proteine strutturali che collegano il citoscheletro alla matrice extracellulare, potrebbero essere implicate nel processo di trasduzione dello stimolo meccanico in segnali biochimici intracellulari, che convergendo sul nucleo attivano il programma di crescita (Ross RS et al., 1998). Recentemente, è stato dimostrato che il dominio intracitoplasmatico delle beta integrine interagisce con la melusina, una proteina specificamente espressa nel tessuto muscolare cardiaco e scheletrico (Brancaccio M et al., 1999). Il ruolo fisiologico della melusina non è stato ancora definito, ma la sua posizione strategica tra il citoscheletro e le integrine fa ipotizzare che possa essere coinvolta nel meccanismo di percezione dello stimolo meccanico da parte delle cellule miocardiche.
La possibilità di disporre di un modello murino di ablazione del Gene che codifica per la melusina, realizzato nel laboratorio del Prof. Guido Tarone, che rappresenta l'altra Unità impegnata in questo progetto di ricerca, ci permetterà di chiarire il ruolo della melusina nel processo di rimodellamento cardiaco sia in risposta allo stress meccanico, realizzato dal sovraccarico pressorio cronico ottenuto mediante costrizione dell'aorta toracica, sia in risposta all'attivazione neuro-ormonale.
Descrizione del programma.
La prima fase dello studio prevede la caratterizzazione del fenotipo cardiaco basale dei topi con ablazione del gene della melusina. In particolare, si valuteranno eventuali alterazioni morfologiche e funzionali cardiache attraverso l'approccio combinato di differenti metodiche di analisi, come l'esame istologico, la massa ventricolare sinistra necroscopica, l'ecocardiografia transtoracica e la contrattilità miocardica mediante misurazione del dP/dt.In una fase successiva dello studio i topi con ablazione del gene della melusina e i loro rispettivi controlli wild type saranno sottoposti al sovraccarico pressorio cronico (Lembo G et al, 1996). In particolare i topi saranno anestetizzati con una combinazione di ketamina (100 mg/kg) e xilazina (10 mg/kg), intubati e tenuti in ventilazione assistita con un respiratore automatico per roditori (Ugo Basile Co.) ad un ritmo di 75 cicli al minuto e ad un tidal volume di 10mL/kg di peso corporeo. Sarà praticata una sternotomia mediana alta e dopo isolamento dell'arco aortico si realizzerà un restringimento del vaso tra l'origine del tronco anonimo e la carotide sinistra utilizzando un filo di sutura in seta 8-0 legato intorno ad un ago 27G, così da ottenere una riduzione del diametro interno dell'aorta a circa 1 mm ed un gradiente sistolico transtenotico di circa 70 mmHg una volta che l'ago sarà stato rimosso. Il gruppo di controllo sarà costituito da animali sottoposti allo stesso tipo di procedure chirurgiche, ma senza realizzazione del restringimento aortico.
Per verificare se la melusina è selettivamente implicata nel meccanismo di percezione e trasduzione dello stimolo meccanico in segnale trofico o è coinvolta anche nella risposta ipertrofica miocardica alla stimolazione neuro-ormonale, un ulteriore gruppo di animali sarà sottoposto all'infusione per 18 giorni mediante pompe osmotiche (Alza Corp.)impiantate a livello sottocutaneo di dosi subpressorie di agonisti recettoriali, quali la fenilefrina (100 mg/kg/die) (Cavalli A et al, 1997) e l'angiotensina II (0,1 mg/kg/die) (Harada K et al, 1998), che si sono dimostrate in grado di evocare una risposta miocardica di tipo ipertrofico indipendentemente da modificazioni del profilo pressorio. Inoltre, per verificare che le dosi impiegate non sono in grado di perturbare l'omeostasi pressoria, durante tutto il periodo di infusione sarà valutata la pressione arteriosa mediante registrazione radiotelemetrica (Carlson SH et al, 2000) ottenuta incannulando l'arteria femorale con un catetere connesso ad un dispositivo impiantabile (Data Sciences International).
Sia negli animali sottoposti al sovraccarico pressorio cronico sia in quelli sottoposti al trattamento cronico con agonisti recettoriali saranno effettuate valutazioni ecocardiografiche. L'analisi ultrasonografica sarà effettuata con un ecocardiografo HP Sonos 100 equipaggiato con una sonda da 7.5 MHz, opportunamente adattata alle piccole dimensioni del topo. In questo caso gli animali saranno anestetizzati con tribromoetanolo (350 mg/kg). Tutte le misurazioni ecocardiografiche dei diametri cavitari, degli spessori parietali e degli indici di funzione ventricolare sinistra saranno effettuate con un sistema di analisi di immagine computerizzato (NIH IMAGE, Research Service Branch) in accordo con le indicazioni fornite dall'American Society of Echocardiography (Sahn DJ et al, 1978).
Successivamente, gli animali saranno sacrificati, i cuori saranno espiantati, le camere ventricolari destra e sinistra saranno separate e pesate, per la determinazione della massa ventricolare sinistra indicizzata, calcolata come rapporto ventricolo sinistro/peso corporeo, espresso in mg/g. Il tessuto ventricolare sarà poi processato per valutazioni istologiche della risposta stromale e delle dimensioni dei cardiomiociti. Inoltre, sarà analizzata l'attivazione del programma genico embrionale tipico del processo ipertrofico ventricolare (ANF, b-MHC , a-skeletal actin), mediante Northern blot.
Per chiarire i meccanismi attraverso cui la melusina innesca i segnali biochimici intracellulari che conducono all'attivazione del processo ipertrofico in risposta allo stress meccanico, saranno valutate l'attivazione delle MAPK, come JNK. p38 e ERK1 e 2, che le integrine determinano in condizioni di sovraccarico emodinamico.
In un ulteriore gruppo di animali sottoposti al sovraccarico pressorio cronico saranno effettuate valutazioni ecocardiografiche seriate per circa 6 mesi, al fine di stabilire se la mancanza della melusina possa condizionare l'evoluzione dell'ipertrofia ventricolare verso l'insufficienza cardiaca. Questa serie di esperimenti ci permetterà di stabilire se la sopravvivenza in condizioni di stabile aumento del post-carico è influenzata dalla mancanza di melusina.
Bibliografia
Parole chiave: Ipertrofia miocardica, stress meccanico, integrine, melusina, angiotensina, fenilefrina
Pubblicazioni più significative del responsabile del progetto:
Ultimo aggiornamento: 06 Febbraio 2007
11 minuti di lettura